In un genere molto "chiuso" come il Funeral Doom, è molto difficile poter dire qualcosa che non sia già stata detta in passato, con la conseguenza, logica, che, messe da parte le velleità di originalità, quello che diventa importante per la riuscita finale del proprio lavoro è la qualità del songwriting.
I catalani
Blazar, immagino, devono averlo pensato, tanto è vero che
"Fatal Cosmic Wound", il loro esordio discografico di lunga durata, punta in direzione di una scrittura di qualità senza avventurarsi in alcun tentativo di essere "diversi" dai grandi maestri del genere, mutuandone, invece, le caratteristiche migliori ed inglobandole nella propria proposta con la propria personalità.
Il disco, quindi, è un buon esempio di doom estremo, lento ma non lentissimo, impreziosito da validi inserti noise / ambient di matrice "spaziale", chitarre pesanti e dolorose come da tradizione, e da una prestazione vocale che, discostandosi dallo "standard", preferisce assestarsi su una sorta di scream rauco e soffocato, piuttosto che sul classico growl ultra profondo.
Alla fine della fiera,
"Fatal Cosmic Wound" risulta vincente sul piano atmosferico poiché in grado di sprofondarci nel giusto abisso di vuoto ed infinito interstellare, ed in questo i
Blazar superano la prova, ma, di certo, non può fregiarsi di essere un lavoro innovativo o al livello dei grandi classici della scena (lascio a voi scegliere quali), restando, in ogni caso, un ascolto piacevole (se si ama il genere, ovviamente), pesante, a tratti straziante, e sottilmente lisergico grazie alle aperture "melodiche" dal taglio spaziale che abbelliscono la matrice death/funeral sulla quale poggia il lavoro di composizione ed arrangiamento.
Chi si fregia di essere un amante di un genere così particolare e catartico come questo, dovrebbe dare un orecchio a questi spagnoli e tenerli d'occhio per il futuro...
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?