Gli
Iron Monkey, sludge metal band inglese formatasi a Nottingham nel 1994, cessarono la propria attività nel 1999, per poi riformarsi nel 2016 con il chitarrista
J.Rushby, il quale si assunse anche il ruolo di cantante, sostituendo così il defunto
Johnny Morrow; venuto a mancare improvvisamente nel 2002, a soli 28 anni, a causa di un infarto.
Dopo un buon come back nel 2017 (
“9-13”), si ripresentano nel 2024 con il loro quarto full-length:
“Spleen & Goad”, tramite la
Relapse Records.
“Spleen & Goad” si mantiene sulle medesime coordinate dei lavori precedenti, muovendosi dunque su territori pienamente sludge, all’insegna della tradizione, con una fortissima componente hardcore indubbiamente ereditata da maestri del genere quali gli
Eyehategod; da cui però si differenziano per un grado inferiore di inintelligibilità e un’atmosfera meno disperata; essendovi, se pur ridotta al lumicino, una certa attitudine scazzona di matrice punk/alternative che di tanto in tanto emerge dal marasma sonoro scatenato dagli inglesi.
Il disco è un vero e proprio monolite, dotato di un groove pesantissimo costituito prevalentemente da partiture doomy ossessive, ai limiti del noise (provate ad ascoltare
“Off Switch”, o
“CSP”), maleodoranti e dall’alto coefficiente di tossicità.
La componente southern è piuttosto bassa, ed è naturale, vista e considerata la loro terra di provenienza.
L’attitudine invece é quanto mai selvaggia ed animalesca, e si afferma con tutta la sua potenza nei brani in cui l’hardcore si impadronisce prepotentemente delle forze in campo; come si può ben udire in
“Rat Flag”, ma anche in brani più compatti e monocordi come
“Misanthropizer”.
Quest’ultima citata è un vero e proprio caterpillar che investe l’ascoltatore, oltreché con la sua potenza, con un piglio catchy davvero coinvolgente in grado di dare dinamismo ad un pezzo che, altrimenti, di per sé risulterebbe statico. Credo che in sede live farà saltare molti fan…
Gli
Iron Monkey con questo LP ci consegnano 50 minuti di musica intransigente, all’insegna della totale devastazione, e completamente avulsa da qualsiasi moda o ornamento volto a compiacere chicchessia.
Riescono a farlo con convinzione - ben supportati da una produzione durissima e simil retró - e con quella scintilla creativa che possiede la facoltà di rendere tutto l'insieme avvincente, nonostante l'omogeneità di fondo a cui restano ancorati.
Parte del merito va attribuito anche al grande mestiere di questi tre loschi figuri… che li “aiuta” nel saper miscelare, nei quantitativi, e soprattutto nei tempi giusti, le loro varie correnti, rendendo così l’ascolto più agevole e brillante.
Una menzione a parte spetta per la prova di
Rushby al microfono… il quale dimostra di non avere niente da invidiare al grandissimo e compianto
Morrow; artefice qui di una prestazione maestosa che quasi lo eguaglia sul fronte della ferocia, dando la sensazione di essere, forse, anche più muscolare e “ben impostato”.
Se vi piacciono le atmosfere ossessive, allucinate, disperate e animalesche, non fatevi sfuggire
“Spleen & Goad”…Troverete fango per i vostri denti.
Recensione a cura di
DiX88
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