Copertina 7

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2024
Durata:44 min.
Etichetta:Apollon Records

Tracklist

  1. FRå FYRSTE DAG
  2. EIN FIX FERDIG MANN
  3. KRIG I OPNE LANDSKAP
  4. EI GåTE
  5. NåR NATTA KJEM OG TEK MEG
  6. EG VIL HA DET EG VIL HA
  7. SNøMANN I SOL
  8. AFTENBøN TIL DAUDEN
  9. KUNSTEN å GJERE INGENTING

Line up

  • Jon Ruder: vocals
  • Thore Engen: guitar
  • Andreas Sjo Engen: guitar, backing vocals
  • Arne Martinussen: organ, piano
  • Bjørn Malmåsen: bass
  • Arild Brøter: drums

Voto medio utenti

La storia dei Lucifer Was può sembrare “curiosa”, ma in realtà non è poi così inusuale, soprattutto nei tempi recenti, assistere alla “riesumazione” di formazioni dalle origini lontane nel tempo.
Quelle dei nostri norvegesi risalgono addirittura alla fine degli anni sessanta / primi settanta, periodo in cui la band si è regolarmente esibita dal vivo, pur senza arrivare all’incisione discografica ufficiale.
Il temporaneo scioglimento alla metà dei seventies e poi nel 1995 il ritorno sulle scene, questa volta con il supporto dalla Record Heaven / Transubstans Records che li ha condotti alla realizzazione di sette album.
Questo nuovo “Ein fix ferdig mann” patrocinato dalla Apollon Records è anche il primo loro lavoro cantato in madrelingua e ci consegna un crogiolo sonoro abbastanza “particolare”, costituito da enfasi sinfonica, grinta hard-rock e romanticismo prog, quasi si trattasse di un incontro tra Uriah Heep, Moody Blues, Queen e Camel, a cui possiamo aggiungere, per rimanere in Norvegia, pure Titanic e Magic Pie.
Il coro operistico che introduce (e inframezza) “Frå fyrste dag” lascerebbe immaginare qualcosa di ben più “oscuro”, ma lo sviluppo del brano pone in contrasto tale clima con aperture melodiche decisamente meno gotiche, a comporre un’opener piuttosto straniante e intrigante.
Lo stesso effetto emotivo lo produce l’atmosfera fluttuante di “Ein fix ferdig mann”, mentre gli accenni sinfonici di “Krig I opne landskap” si schiudono al cantato stentoreo ed evocativo di Jon Ruder, abilissimo nel sostenere il crescendo teatrale e inquieto (con una tastiera a tratti vagamente Goblin-esca) che supporta il pezzo.
Ei gåte” rivela il lato maggiormente “vaporoso” e freak dei Lucifer Was, capaci subito dopo, con “Når natta kjem og tek meg”, di avvolgere l’astante di un bozzolo fatto di brumose filastrocche nordiche e di suggestivi suoni di mellotron, per poi celebrare i maestri del prog-folk Jethro Tull nell’ispirazione armoniosa ed eclettica di “Eg vil ha det eg vil ha”.
Meno efficaci si dimostrano le languidezze ampollose di “Snømann I sol” e se “Aftenbøn til dauden” piace per l’andamento istrionico ed epico (forse appena un po’ troppo “carico”), “Kunsten å gjere ingenting” si palesa come un’altra eccellente “palestra” per l’interpretazione di Ruder, parecchio intensa e sfaccettata.
Che si tratti di una scoperta, di una riscoperta o della convalida di una fedele dedizione, concedere la vostra sempre più sollecitata attenzione a “Ein fix ferdig mann” è certamente da considerare una scelta di buonsenso e buongusto.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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