Terzo album per i libanesi
Turbulence, ed è di nuovo un gran bel prog-metal. La band infatti ci aveva già abituato molto bene con il precedente
"Frontal", e si ripete con l'ultimo nato, questo "
Binary Dream" che è un dischetto da leccarsi i baffi.
Dietro un concept futuristico sulla graduale presa di coscienza di sé di un automa, infatti (scritto e narrato molto bene nei testi, peraltro), potrete trovare un prog-metal dalle aperture ariose e mai banali, non eccessivamente pompato e 'djentato', tutt'altro; qui la direzione è molteplice, ma il timone è un sound che molto deve ai Fates Warning, con quel pizzico di spezia mediorientale che, com'è giusto che sia, rende i Turbulence unici nel loro genere di appartenenza.
Ogni brano di "Binary Dream" ha almeno 3-4 momenti differenti, aperture, tempi dispari in continuo mutamento, ma ciò nonostante le linee vocali sono solide, convincenti, coinvolgenti. E, altra cosa spesso rara in un album prog-metal: qui c'è emozione, ci sono sentimenti, veicolati meravigliosamente dagli stupendi musicisti del combo, oltre all'egregio lavoro dietro il microfono di Omar El Hajj.
Con i Turbulence, la Frontiers ha fatto un grande affare, perché questa è una band che merita e merita parecchio. Album straconsigliato agli amanti del genere, e non solo.
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