Gli
Slug Gore sono il fenomeno underground dell’anno precedente: debutto live al
Tupa Tupa Fest 2023 a Treviso, durante l’annata oltre ad una tonnellata di concerti in giro per l’Italia insieme a nomi importanti, il gruppo Deathgrind ha avuto il tempo di pubblicare un Ep e un singolo.
Quest anno, ecco che arriva per
Time to Kill “
They Slime! They Ooze! They Kill!”, il loro full d’esordio che presente un paio di guest provenienti da
Fulci e
Golem of Gore. Il fatto che un paio dei componenti del gruppo siano Youtubers di successo e con un bel seguito alle spalle ha portato agli
Slug Gore un certo numero di critiche e detrattori, spesso a priori senza nemmeno valutare la loro musica o valutandola per partito preso, cosa che trovo scorretta e ingiusta.
Questo fatto avrà facilitato di molto la folta attività live del gruppo, che di riflesso porta anche molti ragazzini ai loro concerti, ma al di là che in formazione siano presenti il
ragionier Fantozzi piuttosto che
Peppino l’usuraio, questo non deve influenzare sulla valutazione della musica qui proposta.
Dopo questo lungo preambolo, cosa dire dell’album d’esordio di questa giovane band? Beh, come prima cosa questo quartetto si prodiga in un Deathgrind feroce e soprattutto molto moderno, di scuola squisitamente americana.
Il gruppo come detto poc’anzi si dà all’estremo, ma lo fa guardando a sonorità molto moderne, fondendo il Grindcore con stili musicali molto in voga negli ultimi anni negli states e che ultimamente stanno prendendo piede sempre di più pure nel vecchio continente: il Beatdown Hardcore e lo Slam Death Metal.
Quindi i vari blast beat (e alcuni tupa tupa) si vanno ad intersecare nei vari breakdown che la fanno da padrone in determinati ambiti musicali: i nomi che possono venire in mente sono quelli dei
Sanguisugabogg durante le parti più cadenzate, ma anche lo spettro dei
Fulci spesso bussa ai nostri padiglioni auricolari.
Al di là di una personalità artistica ancora molto acerba ed uno stile da smussare e da maturare (il growl di
Poldo è, se mi si passi il termine, “afono” e per ora si parla di cose che per gli ascoltatori più scafati hanno un sapore di già sentito), le potenzialità ci sono (il batterista
Danny sa dare quel quid in più e dal vivo solitamente fanno concerti di discreta intensità) e se ben sfruttate, credo che nel prossimo futuro potranno dare delle belle soddisfazioni: intanto però gli
Slug Gore rimangono una porta d’accesso per certe sonorità agli ascoltatori più giovani e la cosa non è affatto da vedere di cattivo occhio, anzi.
Ps: non c'entra nulla con la recensione (forse...) ma,
Crowd Killer unico vero nemico!
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