Da quando, ormai un bel po’ di tempo fa, ho avuto la possibilità di esprimere la mia radicata passione di
rockofilo attraverso le pagine virtuali di questa
gloriosa webzine, ho sempre cercato di mantenere un profilo quanto più possibile “distaccato”, tentando di formulare osservazioni analitiche e privilegiando un approccio da “critico musicale” senza farmi dominare eccessivamente dalle emozioni.
Ammetto che a volte non è stato possibile assecondare pienamente tale ambizioso intento e oggi ho la netta impressione che quelle che state per leggere saranno parole ben poco “imperturbabili” e professionali, e semplicemente perché l’esordio dei
Nightblaze mi ha causato una forma assai imperiosa d’entusiasmo, dalla quale faccio fatica ancora adesso, dopo giorni di ascolto reiterato, a “liberarmi” del tutto.
Le note che prorompono dai “solchi” di “
Nightblaze” appartengono a quella rara categoria di musica, fortunatamente non ancora “estinta”, capace di far volare l’immaginazione, scatenare le endorfine e agevolare il benessere fisico e psichico.
Per chiarezza, parliamo di
AOR “classico”, ma in realtà si tratta solo di una definizione di massima utile ad indirizzare l’astante più “integralista”, perché questa “roba” farebbe bene a chiunque, allo stesso modo in cui sottolineare la nazionalità della
band diventa un fatto (quasi …) accessorio, dal momento che questo tipo di sollecitazioni emozionali sono certamente apolidi.
Eh, già, perché, cercando di tornare alla “fredda” cronaca, i
Nightblaze sono il nuovo progetto artistico del compositore, multistrumentista e produttore
Dario Grillo (Platens, Violet Sun), affiancato nell’impresa da suo fratello
Alex (Platens, Violet Sun, Verdemela), dalla bassista
Federica Raschellà (Steel Tyrant, Evil Eyes) e da un cantante,
Damiano Libianchi (Perfect View), la cui voce sembra davvero “nata” per queste sonorità.
Iniziando la disamina proprio da quest’ultima affermazione, è necessario rimarcare come il
vocalist romano sia autore di una
performance straordinaria, risultato di doti innate e di una proficua e carismatica applicazione dell’eredità immarcescibile dei grandi campioni della fonazione “adulta”.
Il resto lo fanno melodie adescanti e satinate, esecuzioni forbite e competenti e ritornelli veramente memorabili (quanto sono importanti …), il tutto influenzato dai “classici” del settore e poi filtrato attraverso una sensibilità tale da allontanare con prepotenza ogni eventuale addebito di sterile riproduzione.
Arrivati alla descrizione dei contenuti peculiari dell’album, tengo innanzi tutto evidenziare la pressoché assoluta mancanza di momenti interlocutori, all’interno di un programma che decolla con l’irresistibile struttura armonica di “
Sudden blast”, punta dritto verso il firmamento del sentimento grazie all’avvolgente “
Take on me” e mantiene la quota con l’altrettanto toccante e vivida “
You're gone”.
“
Diana”, sempre nell’ambito della melodia vellutata ed evocativa, asseconda in maniera davvero coinvolgente la grande tradizione dei pezzi esplicitamente dedicati ad una specifica rappresentante dell’universo femminile, mentre “
Tell me” è semplicemente un folgorante singolo costruito su un cuore pulsante e su un
refrain da cantare fin dal primo contatto.
Chiunque ami le ambientazioni crepuscolari e “cinematografiche” del
rock melodico
ottantiano, non potrà che riconoscere in “
Hold on to me” le stimmate di una gemma sonica d’inestimabile valore, e se la pur raffinata “
Carry on” sconta qualche piccola (piccola,
eh …) flessione nell’impatto emozionale, le cromature chitarristiche e il crescendo incalzante di “
Fading away” ritornano a far volare il disco nella stratosfera dell’
AOR de-luxe, là dove veleggia indisturbata pure “
Fragments of time”, screziata da radiose sfumature
pomp-rock.
L’enorme gusto espressivo e la spiccata capacità comunicativa dei
Nightblaze si sublimano, infine, nell’enfatica
grandeur di “
Daughter”, una ballata sinfonica ed elegiaca che conferma l’eccellenza di un’opera da collocare immediatamente nella
Top Playlist di questo 2024.
Confidando nella più ampia considerazione possibile da parte del pubblico (mi accontenterei di quello “di parte”, ma non si sa mai …), torno ad ascoltare per l’ennesima volta “
Nightblaze”, che ho giusto bisogno di una nuova sferzata di balsamiche
good vibrations …