È giovane (classe 1994), si chiama
Samuele Boni, ed esordisce con un album dal vivo pubblicato da
Luminol Records.
Non è l’inizio di una favola, ma una doverosa introduzione a
“Distorted Jazz-Guitar Concerto”, un lavoro ambizioso - e un pochino ostico - registrato nel 2022 presso il Conservatorio di Milano. La forma prescelta è quella del Concerto classico tripartito, mentre la sostanza è una fusion ruvida, penalizzata da un’esecuzione buona ma non perfetta (personalmente avrei preferito un’incisione in studio per questa proposta tanto ricercata e complessa), in equilibrio precario tra Zappa e
Aristocrats (
“Funk”).
Lo swing di
“Surf” e le influenze latin di
“Maxixe” non fanno che appesantire ulteriormente un debutto spigoloso e sfidante che ha poco a che fare con la piega che sta prendendo il chitarrismo internazionale (penso in particolare a Matteo Mancuso senza voler fare paragoni, dato che il buon Samuele è inequivocabilmente un asso del proprio strumento).
Voto d’incoraggiamento.
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