Copertina 6

Info

Anno di uscita:2024
Durata:37 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. SCREAMS FROM THE ABATTOIR
  2. UNHALLOWED & FORGOTTEN
  3. TRANSYLVANIA
  4. REALM OF THE IMPALER
  5. DRAW YOUR BLADES
  6. WHERE THERE'S A WHIP (THERE IS A WAY)
  7. DER TOD TRäGT SCHWARZES LEDER
  8. DEATH ROW
  9. GARGOYLES
  10. OATHBREAKER
  11. SENTINELS (HEAVIER THAN TIME)

Line up

  • A. Axetinctör: bass
  • S. Castevet: drums, guitars
  • M. Outlaw: guitars
  • L. Steeler: vocals
  • G. Deceiver: drums

Voto medio utenti

Cafoni, sfrontati, ignoranti, esagerati… Come fai a non volergli bene?

I Vulture sono diventati negli anni una certezza nell’ambito speed-thrash, grazie a lavori genuini e sanguigni composti sempre con gli stessi ingredienti utilizzati in modo abbondante:
-urla acute e sguaiate
-riverbero a 11
-giri sui tom con il suono di Pleasure to Kill
-power chord a tutto spiano
-velocità da pepe al culo
-semplicità
-stop and go ripetuti
-gang vocals
-tupa tupa ignorante
-un pizzico di horror
-una manciata di melodia


Tutto qui.
Che è un po’ anche il loro pesante limite.

Fermi tutti! Non sto dicendo che voglio qualcosa di nuovo o differente, dico semplicemente che non tutte le volte con gli stessi ingredienti si ottiene il medesimo buon risultato.
È questo il caso di Sentinels. Il quarto lavoro dei tedeschi non si sposta di una virgola dal solco tracciato ma è, ahimè, spompato e molto meno ispirato del suo ottimo predecessore o del buonissimo Ghastly Waves & Battered Graves, lavori che ho ascoltato e riascoltato decine di volte.

Su questo nuovo disco solo raramente la band cerca un minimo di costruzione o trova linee melodiche interessanti; utilizza invece un riffing totalmente basato su bicordi che sai benissimo come si muoveranno e, allo stesso modo, intuisci dove verranno piazzate le urla, così come le gang vocals, ecc.
Forse, se non avessi mai ascoltato i Vulture, apprezzerei in maniera maggiore questo ultimo disco ma non posso ignorare i precedenti album che sono molto più incisivi, spingono forte, rimangono in testa e ti fanno alzare il volume. Sentinels mi ha invece fatto venire voglia di skippare diverse canzoni a causa della loro mancanza di tiro. Non tutte eh, alcune funzionano, ma da una proposta di questo tipo non mi aspetterei mai la noia. E dire che ci ho provato e riprovato, in cuffia, in auto, a casa...

"Screams from the Abattoir" e "Oathbreaker" sono davvero ordinarie e sparano a salve, non hanno un appiglio, una linea, un motivo per essere ricordate; "Realm of the Impaler" è leggermente più costruita con una spruzzata horror ma non parte mai veramente e rimane solo carina; "Draw Your Blades" è ancora una canzone piatta e che non si accende, nonostante un pizzico di King Diamond; su "Where There's a Whip (There Is a Way)" è tutto come da copione con i vari stop and go, urla che generano solo una gran confusione senza mettere a fuoco il tiro, malgrado un ritornello ripetitivo e catchy; "Unhallowed & Forgotten" funziona invece bene, spinge a dovere e trova una melodia di base attorno ai suoi cliché; "Death Row" torna a cadere in un mare calmo senza sussulti; la title track è in parte prevedibile ma con un bridge e un assolo che funzionano…
Insomma, non continuo a buttare aggettivi per ogni traccia quando ci siamo capiti.
Il problema del disco è solo uno: da loro vorrei il fuoco ma continuano a battere le pietre facendo solo qualche scintilla.
Sentinels non è assolutamente un brutto lavoro e la sufficienza se la prende, ma è fiacco, manca di nervo e in un genere come lo speed-thrash è piuttosto grave.

Ho comprato i loro lavori precedenti, li ascolto spesso in auto, mi esaltano alla grande ed ero sicuro che con il nuovo Sentinels i tedeschi non avrebbero cambiato la formula e mi sarei divertito ancora. Anzi, ero già esaltato dalla bellissima copertina. I Vulture stanno invece mostrando un prevedibile riciclo di soluzioni con sempre meno mordente.
Un vero peccato.



Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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