I
Keres nascono nel 2015 in Alto Adige dalle ceneri dei The Crying of Angels (2004-2015), dopo le dimissioni di
Vender Dantone (Game Over) e
Lenny Verga (Howling In The Fog), a cui si sono aggiunti in seguito due nuovi membri.
Hanno all'attivo un demo, un EP, un singolo e un full-length uscito nel febbraio 2024:
"Homo Homini Lupus", rilasciato tramite la
Gruesome Records.
L'album, come si evince chiaramente dal titolo, si ispira alla famosa opera filosofica del 1651 di
Hobbes, il
"Leviatano o la materia, la forma e il potere di uno stato ecclesiastico e civile", e alle sue teorie sulla concezione antropologica dell'uomo nello stato di natura.
Un argomento che ho affrontato molto spesso anche in altre mie attività letterarie; tuttavia, come frequentemente avviene per altre tematiche, evito di esprimermi in questa sede e lascio spazio alle parole del frontman
Ares:
"
"Homo Homini Lupus" è il mio punto di vista su ciò che tutti noi siamo, l'umanità è la più grande piaga sulla terra. Proprio come i parassiti, prosciughiamo tutte le risorse solo per passare al prossimo pezzo di terra da consumare, in un infinito circolo di avidità. Nel corso dei secoli ci siamo uccisi a vicenda per i motivi più futili, nascondendoci dietro religioni, ideologie politiche, false rispettabilità e tante altre stronzate con lo scopo di giustificare ciò che abbiamo fatto e stiamo ancora facendo. Ma la verità è che la nostra natura ci porterà sempre a desiderare ciò che non abbiamo, causando infiniti conflitti per questa sete di potere, che ci condurrà verso la nostra stessa fine. Alla conclusione rimarranno solo rovine e polvere di ciò che siamo, questa è la nostra vera eredità. Meritiamo l’estinzione."Mentre invece, ovviamente, mi esprimo sul fronte musicale, che poi è quello che più ci interessa...
I
Keres ci propongono un blackned death con una forte matrice thrash
Slayer oriented, rinvenibile soprattutto nelle trame intessute dal guitarwork della coppia d'asce
Azrael/Astahrot, che si ripercuote anche in alcuni frangenti più atmosferici come gli arpeggi introduttivi di
"Leviathan", ricordanti vagamente quelli di
"Season in the Abyss" (1990), così come in altri momenti, per esempio quelli contenuti in
"Eradicate the Infected Seed"; ma non solo, anche nei brani più in your face come l'open track
"Exist for War"...
Parimenti, è molto marcata l'influenza di band come gli
At the Gates, e vi si affianca una certa matrice 'core ben udibile in alcune vocals e nelle dinamiche oscillanti tra breakdown e ripartenze tipiche.
Il discorso si fa più interessante in talune partiture death vecchio stile, caratterizzate da giochi di dissonanze mutuati dalla scuola newyorkese, come quelli della già citata
"Leviathan", giusto per fare un esempio. Oppure potrebbe risultare degno di attenzione, e di essere sviluppato, un certo approccio melodico, dal retrogusto atmosferico, come quello contenuto nella conclusiva
"Void and Silence"; dove la componente brutale si affianca a rallentamenti strategici e a substrati suggestivi, percepibili sin da principio con l'introduttivo gracchiare di corvi...
"Homo Homini Lupus" è un album basato prevalentemente sull'assalto sonoro, molto solido e curato nei suoi dettagli, che tuttavia ha il grande difetto di essere troppo scolastico e di risultare un po' artefatto.
A mio giudizio anche la produzione, piuttosto moderna ed estremamente martellante, non lascia sufficiente spazio alle sfumature sonore che, potrebbero differenziare, il prodotto dei
Keres da quello delle migliaia di band che affollano l'attuale panorama dell'underground estremo.
Recensione a cura di
DiX88
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