Se il titolo "
Battle Ballads" vi fa pensare ad una collezione di lentoni da rimorchio, siete decisamente fuori strada. Il nuovo album dei faroesi
Tyr, infatti, intende la parola '
ballad' nell'accezione medievale, quella di canto, ballata, musica da condividere a squarciagola. E così, memori delle recenti esperienze orchestrali che li hanno visti rilasciare un
live con tanto di orchestra sinfonica alle spalle, i nostri eroi infarciscono di arrangiamenti strumentali tutte le nuove canzoni, che pur poggiano su una solidissima base metal.
Infatti, a parte qualche raro (e molto piacevole) momento acustico o più dilatato, come "
Torkils Døtur", l'album veleggia potente e maestoso solcando i mari del Viking metal, o folk metal, o power, o come preferite chiamarlo.
Tanto per cambiare, il livello compositivo è alto, e fortissimi sono i riferimenti alle tradizione ed al folclore scandinavo, vera spina dorsale della tavolozza creativa dei Tyr. L'album non risparmia peraltro brani potenti e veloci, come "
Hammered" o "
Hangman", solo per citarne un paio, mantenendo alta la qualità e usufruendo di una produzione pressoché perfetta, nonostante i tantissimi layers strumentali presenti.
Insomma, un altro centro pieno per Gunnar Thomsen e soci, che, per quanto riguarda chi vi scrive, ne hanno sbagliate veramente poche in carriera.
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