E' un sodalizio ormai consolidato quello che ormai c'è tra la
Dying Victims e gli statunitensi
Stress Angel, arrivati al secondo full lenght nel giro di sei anni dalla loro nascita e di quattro con l'etichetta tedesca diventata nel tempo una sorta di guida per i fruitori di metal più classico, o che comunque non disdegna viaggi in territori leggermente più movimentati. Ed è esattamente quest'ultimo il genere che più si allaccia alla proposta degli
Stress Angel, band composta dal duo
Manny Sores / Nicolai Orifice i quali, con una copertina decisamente molto 90's. e che almeno personalmente mi ha dato l'idea di un artwork che potrebbe ben figurare su un album di "rottura" (la prima immagine che mi è saltata alla mente è stata quella di 'Unnatural Selection' dei Flotsam And Jetsam), proseguono il discorso iniziato con
'Bursting Church' del 2021. Un thrash metal molto variegato, capace di muoversi sia su scenari doom, heavy metal per quanto riguarda gli assoli, e un riffing quasi black metal. Ora, le soluzioni sono due: o quello che si ha davanti è un pastrocchio di immane bruttezza, o un capolavoro assoluto.
In questo caso l'ago della bilancia va più per una via di mezzo. Impossibile non apprezzare le varie sfumature di un pezzo come
'Ancient Weakness', che parte come una semplice sfuriata thrash, rallentando dolcemente verso la metà accompagnato da un uso delle tastiere molto velato, quasi impercettibile, per poi concludere esattamente com'era iniziato, con la voce sgraziata di
Manny Sores a chiudere il tutto. Voce che, tra l'altro, rimane molto bassa nel mix, quasi a voler comunicare che non è tanto essa la protagonista, ma l'atmosfera che gli strumenti vanno a plasmare. Ed è su tutte queste caratteristiche che poi vertono tutte le altre canzoni, che siano più immediate (
'Jericho's Trumpet'), o che necessitino di più ascolti per essere assimilate, penso ad una
'Missionary Zeal'. Ho sentito molte influenze degli ultimi Anacrusis in questo lavoro, un thrash metal che come ampiamente detto non vuole essere una fotocopia carbone di mille e millemila altre band, ma che prendendosi un grosso rischio riesce a proporre qualcosa di azzardato, ma interessante. La critica, semmai, deve essere fatta ad una produzione che, a mio modo di vedere, risulta troppo leggera in momenti dove invece il suono dovrebbe essere più massiccio (in particolare la batteria), ma a conti fatti non risulta un problema così elevato da danneggiare l'ascolto nella sua interezza.
Risultato pertanto estremamente intrigante quello proposto dagli
Stress Angel, e che mi sento di consigliare a chi vuole uscire un momento da una comfort zone che, talvolta, può risultare troppo monotona.
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