Gli
Uttertomb sono una death metal band cilena formatasi nel 2009, inizialmente sotto il moniker di
Ultratomb.
Hanno all’attivo un demo, qualche EP, un paio di split, e giungono oggi al traguardo del loro primo full-length, rilasciato tramite la
Pulverised Records:
“Nebulas of Self-Desecration”.
I cileni si mantengono sul solco di un death/doom che ha come stella madre gli
Incantation e secondariamente gli
Autopsy di
“Mental Funeral” (1991).
I brani sono costruiti bene, con una giusta alternanza di passaggi furiosi e rallentamenti che ci portano direttamente tra le spirali della morte.
Per quanto riguarda le parti cadenzate, oltre ai già citati Incantation, vi troviamo molti riffs e atmosfere di stampo doom affini ai primissimi Paradise Lost (molto più crudi) sconfinanti in passaggi opprimenti di matrice funeral doom/ brutal, i quali, abbinati ad una produzione lo-fi dal flavour analogico, mi hanno ricordato alcuni momenti dei
Thergothon…
Tritoni, arpeggi e soli di chitarra ereditati da
“South of Heaven”(1988),
“Season in the Abyss”(1990),
“Blessed are the Sick”(1991), et similia.
Una bella miscela non c’è che dire… e se dunque è vero che i nostri non inventano niente di nuovo, vi è da segnalare che le influenze a cui restano così tanto legati passano attraverso un forte processo di soggettivazione, in grado di far sì che
“Nebulas of Self-Desecration” non sia un disco copiato, ma semplicemente un’ottima opera d’arte che si mantiene fedele a quelli che sono i canoni espressivi del death old-school.
È un disco che sa di morte… Ed è proprio il sapore della morte che manca alla maggior parte delle opere odierne.
La macabra oscurità emanata dai cileni è palpabile, e passa anche attraverso un sentore di mistica spiritualità che – salvo felici eccezioni – ormai si è perso da anni in questa tipologia di prodotti.
Questo è un death metal che oltre ad essere evocativo è anche “efficace": ovvero in grado di dare delle notevoli mazzate nei denti quando le velocità iniziano a salire.
Lontano da ogni forma di tecnicismo e di modernità sonora artefatta.
Per farvi comprendere meglio la tipologia di oggetto che potreste trovarvi tra le mani vi inserisco alcune piccole informazioni…
Il platter è stato registrato in diverse location e vi hanno messo mano più soggetti, tra cui: DM6 Studio di
Pablo Clares (Procession, Abrekadaver, Slaughtbbath, ecc), con il mixaggio di
Claudio Salinas presso Maestro 3 Studio (Coffin Curse, Demoniac, Suppression, ecc). Il mastering invece è stato curato da
Patrick W. Engel presso il Temple Of Disharmony (
Dismember, Occultation,
Asphyx, ecc.).
Mentre per quanto riguarda l’artwork della copertina è stato realizzato dall’illustratore serbo
Khaos Diktator (
Devourment, Fuming Mouth, Gaerea, ecc.).
Qui non troverete plastica, batterie ipertriggerate e raffinatezze astruse.
Solo morte. E così deve essere.
…Un LP adatto esclusivamente a chi è realmente “dentro” al death metal.
Recensione a cura di
DiX88
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?