I portoghesi
Vøidwomb, dopo qualche anno di militanza, e un solo EP alle spalle, giungono al traguardo del loro primo full-length:
“Spiritual Apotheosis”, rilasciato sotto l’egida della
Avantgarde Music.
I
Vøidwomb con il loro debutto discografico ci propongono un black metal di matrice nordica, dove la scuola norvegese ha la supremazia stilistica, contraddistinto da una certa sbavatura death piuttosto marcata.
Ascoltare il sound di questi cinque ragazzi mi ha emozionato molto; come avrete capito sono un nostalgico della vecchia scuola, seppur, come amo dire, non suo prigioniero.
Qui troverete suoni leggermente ovattati, dal sapore analogico, con chitarre, basso e batteria veri, così come tanto li abbiamo amati…
Troverete un amore viscerale per i
Gorgoroth, sia della prima era
Hat/Pest, che di quella
Gaahl, toccante l'acme nelle note iniziali di
“Liberation”; la quale richiama da vicino una certa
“Sign of an Open Eye”, e nella sua interezza altri brani dei maestri norvegesi...
Io ho deciso di prenderla come una sorta di tributo.
Il discorso dei
Vøidwomb è interessante, pur limitandosi a condensare il meglio del black e di una certa attitudine death, trovante riscontro sia nel vecchio continente che negli spazi d’oltreoceano; senza tuttavia scadere in inutili tecnicismi, né tantomeno nel martellare incessante, privo di anima, spesso fautore di quell’insopportabile sensazione di noia che il metal estremo mai dovrebbe indurre.
Vengono inseriti rallentamenti strategici, atmosfere macabre, molteplici registri vocali di growl e scream, accordi del diavolo ammalianti e vari hooks che rendono la proposta continuamente intrigante, pur rimanendo in sentieri già ampiamente battuti.
A contribuire a tale malia vi è anche un lieve sentore di concept spirituale - come si può evincere anche dal titolo - che tenta di guidare l’ascoltatore attraverso l’oscurità intrinseca nella condizione umana, e l'auspicabile ricerca catartica dell’illuminazione. Questo traspare attraverso vari passaggi atmosferici che si trovano presenti - in forma sospensiva - in quasi tutta la tracklist, e culminanti nelle strumentali
“Exordium (Intro)”,
“Interludium” ed “
Epilogus (Outro)”.
“Spiritual Apotheosis” è un LP che farà felici gli amanti della vecchia guardia riuscendo inoltre a non risultare stantio. Questo a riconferma di quanto il Portogallo sia una fucina prolifica di talenti dell’underground più estremo.
A tal proposito vi consiglio anche, in caso ve lo foste perso, di ascoltarvi il più complesso
“Facilis Descensus Averno”, debut album dei connazionali
Saevus Finis, del quale vi parlai qualche mese fa…
http://www.metal.it/album.aspx/48685/saevus-finis-facilis-descensus-averno/
Recensione a cura di
DiX88
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