Ecco al richiamo degli
High On Fire, rispondono gli alfieri dello “swamp metal”.
La compagine originaria della Georgia imbarca altri due elementi con una seconda chitarra e un nuovo bassista e diventa ancora più violenta, difatti questo nuovo lavoro vede il tiro maggiormente alzato verso sonorità ai confini dell’hc e thrash.
Basta ascoltare le prime due tracce per capire l’andazzo, “
Brushfire” è un mid tempo quadrato dove le voci si alternano con una più rasposa, la seconda urlata e violenta ed una chiara e forte; le chitarra tagliano più dell’acciaio temprato e la produzione potente e pulita spinge al massimo.
“
Harness (the alchemist)” invece ti assesta un manrovescio che partendo da un mid tempo serrato diventa un treno in corsa in up tempo con melodie armonizzate sul finale.
Altra botta che non fa sconti è “
Dance on your grave”, dal piglio furioso e veramente “in your face”; questo andazzo virulento è figlio della pandemia a detta della band, uno sfogo rabbioso con una carica irresistibile.
La titletrack che chiude questo lavoro parte in acustico ma con un’atmosfera di quiete prima della tempesta; il brano nasce come rivalsa verso un matrimonio fallito che ha coinvolto uno dei membri del quartetto.
Altra mazzata in up tempo serrata che prende dall’hardcore più intransigente con grinta.
In mezzo i cori da gang a rendere più feroce la composizione che offre riff turgidi ed un gran bel solo.
Mamma che botta di vita! Mai avrei pensato di trovarmi davanti ad un album che sfogasse così tanta furia e non solo a livello compositivo, una valvola di sfogo nata dopo un periodo particolarmente duro ma creata e voluta appositamente per essere incanalata e diventata ancora di più letale.
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