Copertina 8

Info

Anno di uscita:2024
Durata:45 min.
Etichetta:Magnetic Eye Records

Tracklist

  1. EXTREME INDIFFERENCE TO LIFE
  2. HIRAETH
  3. DIVINE INDISCRETION
  4. HOUSE OF WARSHIP
  5. SNAKE OIL (AND OTHER REMEDIES)
  6. IN THE GARDEN OF HEATHENS
  7. JESUS WEPT
  8. PSYCHOMANTEUM

Line up

  • High Priestess Nighthawk: vocals, bass
  • Lord Paisley: guitar
  • Baron Lycan: drums
  • John Forrestal: guest on cello

Voto medio utenti

Il sound, l’iconografia, la voce femminile … tante “avvisaglie” che rischiano di far precipitare gli Heavy Temple nel marasma di formazioni simili … nulla di più sbagliato, come sa bene chi ha già apprezzato il loro albo di debutto “Lupi amoris” (e gli Ep precedenti).
Gli americani non sono per niente “uno dei tanti” frequentatori del cosiddetto occult-rock e sono convinto che anche i loro estimatori rimarranno “sorpresi” da come in questo nuovo “Garden of heathensElyse ‘High Priestess Nighthawk’ Mitchell e i suoi pards hanno saputo portare avanti la loro concezione di stoner-doom, accentuando ulteriormente una personalità artistica che partendo da dogmi radicati e consolidati riesce comunque a distinguersi per intensità, versatilità e capacità di coinvolgimento emotivo.
La ricetta musicale è, come da “copione”, edificata su tonnellate di groove, trip lisergici, distorsioni acide, atmosfere torbide e declamazioni sciamaniche ed evocative, ma, a dimostrazione che non è sufficiente cibarsi dei “classici” per risultare credibili ed efficaci, il "pacchetto" nelle mani del trio di Philadelphia annichilisce buona parte della concorrenza grazie ad una tensione emozionale davvero “impressionante” e attanagliante, in grado di esplodere nei sensi di chi ama da sempre queste sonorità e magari, dopo essersi piacevolmente “stupito” per la loro recente diffusione, comincia ormai a rilevare i prodromi di una tipica “debilitazione” da trend.
Ebbene, nei solchi di “Garden of heathens” non troverete neanche l’ombra di tale spossatezza e anzi sarà un vero piacere venire investiti da un flusso possente di pura energia sonica, gravida di visioni fosche e magnetiche, in un misto di scenari spettrali, apocalittici e stranianti.
L’albo si apre con una sorta di fusione tra Black Sabbath e Masters Of Reality denominata “Extreme indifference to life”, attuata però con la consapevolezza di chi la “materia” l’ha completamente metabolizzata e la sa trasfigurare in modo assolutamente imponente, esattamente come accade nella successiva “Hiraeth”, un grumo pulsante e incalzante di heavy-blues, su cui si erge il cantato livido e altero della Mitchell.
Arrivati a “Divine indiscretion”, si comprende ancora meglio quanto gli Heavy Temple siano in possesso di una conoscenza ampia e variegata delle peculiarità del genere, e perdersi in questo frammento di pura vertigine sonica rappresenta un momento di vera astrazione dalla realtà.
House of warship” è un irresistibile richiamo verso la più cupa oscurità, luogo in cui incrociare anche i riflessi cangianti di “Snake oil (and other remedies)”, dove lo spleen iniziale diventa via via più incombente e impetuoso, madido di cariche lisergiche e di convulse impennate sature di elettricità.
A questo punto dell’ascolto, il diafano interludio acustico “In the garden of heathens” appare perfetto per differenziare il clima senza allentare la tensione e preparare l’astante alle poderose pulsioni oblique di “Jesus wept”, un autentico tour de force di ribollente magma stoner-rock.
L’inquieto e appassionante viaggio, dopo aver visitato Birmingham e Palm Desert, si conclude con una tappa a San Francisco, in cui assorbire anche la veemenza iconoclasta del thrash e rendere lo strumentale “Psychomanteum” un ibrido davvero tumultuoso e coinvolgente.
Garden of heathens” si distingue per pathos e irrequietezza artistica, il tutto proiettato all’interno di un canovaccio stilistico riconoscibile e collaudato … un risultato molto proficuo e significativo che conferma gli Heavy Temple tra i più autorevoli e carismatici rappresentanti del settore.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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