Vi scriverò come farei ad un amico, poiché, il debutto
"Matka kohti kosmista" (
Signal Rex), dei finlandesi
Kratti, è il classico prodotto del cuore… O almeno, per un individuo introverso come me, che ha sempre passato molto tempo in solitudine, tra libri di filosofia, dischi black e sport individuali, questo LP non può che essere un buon amico; e agli amici raccomando soltanto altri amici.
Zero innovazione, suoni gelidi, levigati, ovattati e dal sapore analogico, con uno stile che guarda in particolar modo nella direzione della scuola finlandese, come è ovvio che sia. In particolar modo alle prime due opere degli
Horna con alcuni ancoraggi alle fasi un po' più melodiche dei
Satanic Warmaster.
Brani diretti, semplici, riffs monocorde ripetuti, blast beat e qualche cambio di tempo repentino quando necessario; mantenendo contemporaneamente un'attitudine "catchy" che consente di instaurare subito una certa familiarità con i
Kratti.
Lo scream è un lamento ossessionante che finisce per divenire un tutt'uno con gli strumenti, e con quel substrato delicato di synth evocante tutta la desolazione e la solitudine estraniante di quella terra, tanto gelida e inospitale, quanto ardentemente amata dai nostri tre blacksters.
Una terra gelida che in realtà è dentro ognuno di noi… basta saperla/volerla ascoltare ed esplorare.
E non si trova soltanto al nostro interno, ma anche nella società asettica nella quale, in forma alienata, siamo costretti a vivere.
"Matka kohti kosmista" è un full-length senza troppe pretese, lineare ed estremamente godibile…
Un refolo gelido in grado di incendiare il cuore degli intimisti dell'arte oscura.
Recensione a cura di
DiX88
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