Mamma mia che faticaccia ragazzi, recensire questo disco è stata dura, perché è stata una battaglia tra cuore e cervello per me; quando devi trattare l’album solista di un musicista che ha fatto la storia del thrash metal a volte il sentimento prende il sopravvento sulla ragione.
Ma questa volta non era possibile essere buoni o magnanimi, perché questa prima prova solista di
Kerry King assomiglia ai film d’azione con l’imbolsito
Steven Seagal, tanto “ua ua” poi nulla, e le dichiarazioni del chitarrista californiano ce le ricordiamo tutti; l’album ha l’impatto ma cela la forza distruttiva di un minicicciolo.
Già e fa male dirlo, perché la formazione composta per questo parto è una supersquadra del thrash metal ma sono i brani che mancano; troppo
Slayer e poco
Kerry King, basta ascoltare “
Idle hands” o la bordata “
Crucifixiation” dal riff inconfondibile che riporta ai bei tempi che furono.
Il nostro cerca non solo di correre come in molti brani, basta sentire l’up tempo “Toxic” con un riff iniziale rubacchiato indovinate a chi? Il buon
Mark Osegueda, ugola dei
Death Angel qui sembra imitare il
Tom Araya (aridaje!) dei tempi belli ma più incazzato.
Per carità gli assoli a cura di
Phil Demmel (ex
Machine Head, Vio – Lence, ecc.) sono bene eseguiti ma è tutto qui, peccato, poi non vi sembrano troppi tredici pezzi? Al secondo ascolto la voglia di skippare era tanta.
Credetemi, non avrei voluto bocciarlo ma se fosse stato un album con personalità, data la caratura del musicista in questione avrei avuto un approccio diverso, mi dispiace, l’unica cosa azzeccata è la produzione, nel complesso sono molto deluso, davvero un peccato.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?