Che bella sorpresa ! Questa é stata la prima reazione appena ho finito di ascoltare
'Armageddon Patronage' , secondo album dei danesi
Strychnos. Cosa mi ha cosi' piacevolmente impressionato ? Beh innanzitutto l'insieme, infatti gli otto brani che compongono l'album sono eterogenei, ma senza essere troppo lontani e ascoltandoli tutti d'un fiato riescono comunque ad avere un loro filo conduttore ben chiaro, fatto di assoluta padronanza della materia estrema che qui viene declinata in diversi modi . Se volessimo semplificare le coordinate stilistiche della band potremmo certamente parlare di un band che suona una sorta di blackened death metal che, cosa rara nel genere, riuscirà a soddisfare entrambe le fazioni degli amanti più oltranzisti di death e black... Di black metal l'album ha la cattiveria e la malignità di fondo che viene trasmessa in maniera impeccabile dal grande lavoro di
Martin Leth Andersen dietro al microfono e di death ha sicuramente la varietà di strutture ritmiche.Con l'opener
'Winds Warning The Final Storm' abbiamo un primo assaggio di quanto troveremo sotto differenti spoglie in tutto l'album, grazie ad un pezzo che si sviluppa su coordinate stilistiche vicine ai
Marduk più cadenzati ed epici, dai avete capito di quali parliamo, ed in effetti il brano suona proprio maligno e marcio, grazie anche ad una buonissima prova vocale che é alquanto puntuale e ed efficace nello screaming quanto nell'utilizzo più 'teatrale' dello stesso. La title track, insieme con
'Sweeping Storm Of Suicide' sono i brani più crudi diretti dell'album e possono ricordare un certo death polacco,
Azarath su tutti. In questi brani, come in altre parti sparse per l'album, affiora un certo amore per il thrash a livello di riffing nonché un chiaro approccio melodico di stampo svedese che in alcune parti mi ha ricordato anche gli
Opthalamia ... proprio questa capacità di saper integrare differenti influenze senza 'dare troppo nell'occhio' é senz'altro un punto a favore della band, che riesce cosi' ad avere sempre un sound fresco e interessante che non subisce la noia di un appiattimento troppo pronunciato su un determinato stile.
'Choking Salvation' e
'Endless Void Dimension', terzo e quarto brano dell'album, sono i pezzi che, forse più di altri, ci mostrano il momento di grazia compositiva in cui si trova la band, grazie ad un sapiente mix di parti slow, al limite del doom, che sorrette da un riffing marcio, penentrante e corrosivo, si piantano subito in testa per la forte componente emotiva che trasmettono e per l'immediata empatia artistica che portano. In particolare
'Endless Void Dimension', impreziosita anche dalla presenza di Michael Poulsen dei
Volbeat che si cimenta in ottime clean vocals, dimostra come la band sappia comporre qualcosa di estremamente profondo e drammatico, a tal punto da far pensare ai
Primordial... Il resto dei brani continuano sullo stesso ottimo livello qualitativo, e insomma avrete capito che in
'Armageddon Patronage' c'é di che godere, soprattutto se avrete la pazienza di scoprire l'album con calma e lasciarlo fluire nel suo splendore musicale …
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