Copertina 7

Info

Anno di uscita:2024
Durata:49 min.
Etichetta:Kvlt und Kaos Productions

Tracklist

  1. AS ABOVE, SO BELOW
  2. THAT WHICH STAGNATES IS A LIAR
  3. THE LAND OF THE STARS
  4. BOUND TO ETERNITY
  5. LET THE FANGS BITE
  6. THE GARDEN IN THE HEART
  7. AND NATURE UNFOLDS ONCE AGAIN
  8. ALL LIFE BEGINS IN THE DARK

Line up

  • Adrien Djouadou: all instruments
  • Noémie Allet: vocals
  • Adrien Guingal: guitars

Voto medio utenti

Non è per nulla semplice, in un genere ibrido come il symphonic-power, riuscire a trovare il giusto punto di equilibrio tra melodia e sostanza; spesso capita di eccedere con la prima, dando vita a lavori che scadono nella banalità più melensa.
Ma state tranquilli: non è questo il caso degli svizzeri Hartlight, che, al contrario, con As Above, So Below, si rendono autori di un debutto discografico estremamente attraente e molto valido!
La band, originaria di Losanna e guidata dal polistrumentista Adrien Djouadou che, per l’occasione, viene affiancato dal chitarrista Adrien Guingal, dal batterista Pierre D’Astora e dalla vocalist Noémie Allet, ci offre un interessante spaccato della propria concezione musicale in cui eleganza, pathos e aggressività riescono a convivere armonicamente, senza pestarsi i piedi.
Le composizioni di As Above, So Below, nonostante l’aura melanconica da cui cono pervase, sono decisamente frizzanti e presentano, in molti casi, diverse influenze riconducibili a numerose grandi bands più blasonate, da cui evidentemente, gli elvetici traggono spunto.
Si va dai richiami ai Myrath (la title-track), ai Galneryus (That Which Stagnates Is A Liar, Bound To Eternity) passando per gli Helloween (The Land Of The Star), fino ai Kamelot (And Nature Unfolds Once Again). Si tratta di tracce dense di trasporto e intensità emotiva, che aumenta soprattutto verso la conclusione del disco, in concomitanza di brani quali Let The Fangs Bite, The Garden In The Heart e All Life Begins In The Dark, in cui, la sfera sinfonica non è mai banale e fine a se stessa, ma procede di pari passo con la robusta struttura musicale, creando atmosfere tirate e pregne di drammaticità.
In quest’ottica va inquadrato l’apprezzabile lavoro delle chitarre, sempre pungenti, che, facendo da contraltare alla musicalità delle orchestrazioni, conferiscono cosi, quella sferzata di energia necessaria ai brani per poter risultare avvincenti e coinvolgenti, nonostante la loro natura fortemente introspettiva.
Insomma, a conti fatti, As Above, So Below, si rivela un esordio fresco e vivace, pieno di spunti interessanti e, a dispetto dell’inesperienza, gli Hartlight si dimostrano molto abili nell’alternare le giuste dosi di melodia e solidità musicale.
Bravi!


Recensione a cura di Ettore Familiari

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