Non è per nulla semplice, in un genere ibrido come il symphonic-power, riuscire a trovare il giusto punto di equilibrio tra melodia e sostanza; spesso capita di eccedere con la prima, dando vita a lavori che scadono nella banalità più melensa.
Ma state tranquilli: non è questo il caso degli svizzeri
Hartlight, che, al contrario, con
As Above, So Below, si rendono autori di un debutto discografico estremamente attraente e molto valido!
La band, originaria di Losanna e guidata dal polistrumentista
Adrien Djouadou che, per l’occasione, viene affiancato dal chitarrista
Adrien Guingal, dal batterista
Pierre D’Astora e dalla vocalist
Noémie Allet, ci offre un interessante spaccato della propria concezione musicale in cui eleganza, pathos e aggressività riescono a convivere armonicamente, senza pestarsi i piedi.
Le composizioni di
As Above, So Below, nonostante l’aura melanconica da cui cono pervase, sono decisamente frizzanti e presentano, in molti casi, diverse influenze riconducibili a numerose grandi bands più blasonate, da cui evidentemente, gli elvetici traggono spunto.
Si va dai richiami ai
Myrath (la title-track), ai
Galneryus (
That Which Stagnates Is A Liar,
Bound To Eternity) passando per gli
Helloween (
The Land Of The Star), fino ai
Kamelot (
And Nature Unfolds Once Again). Si tratta di tracce dense di trasporto e intensità emotiva, che aumenta soprattutto verso la conclusione del disco, in concomitanza di brani quali
Let The Fangs Bite, T
he Garden In The Heart e
All Life Begins In The Dark, in cui, la sfera sinfonica non è mai banale e fine a se stessa, ma procede di pari passo con la robusta struttura musicale, creando atmosfere tirate e pregne di drammaticità.
In quest’ottica va inquadrato l’apprezzabile lavoro delle chitarre, sempre pungenti, che, facendo da contraltare alla musicalità delle orchestrazioni, conferiscono cosi, quella sferzata di energia necessaria ai brani per poter risultare avvincenti e coinvolgenti, nonostante la loro natura fortemente introspettiva.
Insomma, a conti fatti,
As Above, So Below, si rivela un esordio fresco e vivace, pieno di spunti interessanti e, a dispetto dell’inesperienza, gli
Hartlight si dimostrano molto abili nell’alternare le giuste dosi di melodia e solidità musicale.
Bravi!
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