'One And Only'.Una frase che, fra tutti i gruppi che possono venire in mente, si addice alla perfezione agli
Anvil. Sempre presenti sin dal 1981, ormai quasi vicini a tagliare i quarantacinque anni di attività non stop, venti album dalla loro con una media di un'uscita ogni due/tre anni, e ancora voglia di mettersi in gioco. Risultati non sempre eccezionali, un vero e proprio capolavoro non sono mai riusciti a tirarlo fuori, anche se 'Metal On Metal' del 1982 è senza dubbio un classico del genere che deve essere ascoltato prima o poi, ma nei lavori di questi canadesi si può trovare sempre quella gran dose di passione e di piacere genuino nel suonare che è sempre ben apprezzata. Dopotutto, docufilm come 'The Story Of Anvil!' servono anche a quello, la storia di una band che non ha mai raggiunto la popolarità, ma che non ha mai chinato la testa sciogliendosi o cambiando il proprio stile, ma che è andata avanti nel proporre la musica che più gli piace fregandosene delle mode e dei trend.
[Copryright @W. Cliff Knese]
Parlavo di dischi meno riusciti ed altri più, e in questo caso con la pubblicazione di questo nuovo
'One And Only', sempre fedele alla tradizione della buona vecchia incudine e delle tre parole per titolo, andiamo più sul secondo fronte. Attenzione, non che sia un disco pessimo, questo lo capite anche dal voto in calce sopra la sufficienza, ma che presenta molto spesso momenti non particolarmente esaltanti come
'Feed Your Fantasy' dalla struttura sempliciotta e ingenua, o
'Dead Man Shoes' con un riff basilare che, per quanto sia d'effetto, è stato riproposto mille e mille volte da Lips e soci nel corso degli anni. Paradossalmente, funzionano più i mid tempo come
'Truth Is Dying' o
'Heartbroken', nonostante una performance vocale di
Lips non proprio ottima, ma non voglio fargliene una colpa visto anche la recente operazione al cuore che ha costretto la band a fermare gli show previsti tra lo scorso Ottobre e la release dell'album. Funzionano abbastanza bene
'Rocking The World' dal ritornello più che canticchiabile, fra le più favorite per essere estratta tra le canzoni da proporre live, mentre con
'Condemned Liberty' si tornano a toccare tematiche di natura sociale come la perdita della propria libertà personale e l'adeguarsi a ciò che viene imposto, e tocca poi alla conclusiva
'Blind Rage', anche se viene ancora una volta proposto l'ennesimo riff sentito e risentito, chiudere l'ascolto con una bella botta di adrenalina che non lascia troppo delusi, anzi.
Ci troviamo davanti a quello che può definirsi il solito disco dei canadesi, qualche alto, qualche basso, un po' di riff eccessivamente somiglianti tra loro, ma alla fine ciò che viene pensare è che gli
Anvil sono sempre là, non importa quali cambiamenti ci saranno nel mondo musicale, loro saranno sempre pronti a dare il loro contributo, riuscendoci o meno, ma sempre con la dedizione e l'energia che li contraddistingue.
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