I
Windswept, capitanati da
Roman Sayenko, i quali vedono una line-up composta da tutti i componenti dei
Drudkh, fuorché
Thurios, danno alle stampe il loro nuovo EP:
“Der Eine, Wahre König”.
Sayenko continua a far confluire qui la vena più estrema e intransigente della sua creatività artistica (oltreché negli
Hate Forest); e in questo nuovo lavoro, rilasciato con la
Primitive Reaction, a distanza di ben 5 anni dall’ultimo
“The Onlooker”, continua a proporci un black metal che si muove su ritmi veloci, dissonante e ammantato da quell’oscurità siderale che contraddistinse molte delle prime releases scandinave del genere. Tutto ciò viene sostenuto egregiamente da una produzione piuttosto raw, come richiesto dalla tradizione.
In ogni caso si possono intravedere ulteriori evoluzioni rispetto all’ultimo LP. Se i primi brani si muovono sulle coordinate più furiose di cui ho appena fatto menzione, e che hanno caratterizzato i due lavori precedenti, e in particolar modo il primo, nelle ultime due tracce si inizia ad avvertire un maggiore sviluppo del senso melodico, pur sempre restando ancorati nei confini di una proposta intransigente in quanto ad attitudine.
I
Windswept si intrattengono in un dialogo con le correnti più epiche e dai connotati leggermente viking della fiamma nera; includendo probabilmente nella conversazione interlocutori come
Bathory e primi
Enslaved, oltreché qualcosa proveniente dall’area teutonica sulla scia degli albori di
Nagelfar e
Falkenbach, o dei
Morrigan, ecc.ecc.
Adesso vi è da capire come intende proseguire l’ucraino; se integrando ancora di più queste componenti alla sua attitudine seminale, o se lasciare tali elementi in posizione più defilata e marginale. In ogni caso
“Der Eine, Wahre König”, con i suoi quasi trenta minuti di arte oscura, è un prodotto curato in tutti i suoi dettagli – ma su questo non vi erano dubbi.
Inoltre, il fattore che, a mio avviso, conferisce un valore aggiunto a questo EP, è il grande amore che traspare per questo tipo di sonorità… e lo si può chiaramente avvertire da ogni sua singola nota.
Questo è sicuramente un disco che sarà in grado di colmare il cuore dei nostalgici della vecchia guardia del black.
Recensione a cura di
DiX88
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