Copertina 8

Info

Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Svart Records

Tracklist

  1. OCEAN QUEEN
  2. FLOWERS FOR TEETH
  3. COLOUR MY WORLD
  4. IN GREY
  5. MIDDLE OF THE END
  6. PULLING DAISIES
  7. I CAN’T SAY
  8. FEAR BEFORE THE FALL
  9. ON THE STORY GOES

Line up

  • Jon Jefford: guitar, piano
  • Dan Jefford: drums
  • Brett Halsey: bass
  • Josh Gosling: vocals

Voto medio utenti

Soundgarden, The Tea Party, Wolfmother, Graveyard, Rival Sons … tutte band che mi hanno convinto che le radici del rock possono ancora essere rilette in maniera proficua, forti di una cultura ampia e variegata, di una spiccata ispirazione e di una capacità evocativa che respingono istantaneamente ogni eventuale accusa di nostalgia spudorata, plastificata e fittizia.
All’elenco certamente parziale (anche per l’inesorabile deterioramento mnemonico …), mi sento oggi di aggiungere i The Lunar Effect, un quartetto londinese che nel suo secondo albo, “Sounds of green & blue”, dimostra quanto sia abile nel mescolare psichedelia e hard-rock, rimanendo fedele ai principi nodali di entrambi i generi, ma senza dimenticare la lezione del grunge, capace, nei suoi migliori rappresentanti, di fondere diverse culture espressive in maniera creativa e costruttiva.
Led Zeppelin, The Doors, Black Sabbath, Cream, Free, Pink Floyd, sono questi i modelli primigeni dei The Lunar Effect, tutta “roba” che condividono con tante altre formazioni contemporanee, non tutte però in grado di condensare tali nobili influssi in un suono che è al tempo stesso sintesi e superamento di quel fondamentale insegnamento.
Ed ecco che ha senso, per affinità stilistiche, accostare il nome dei nostri a quelli citati all’inizio della disamina, anch’essi da inserire nel novero dei “buoni maestri” della brillante coalizione britannica.
Passando ai contenuti dell’opera si parte alla grande con il groove fuzzoso e circolare di “Ocean queen” (a tratti non lontano dai primi Masters of Reality) per poi passare al roccioso pulsare Zeppelin-esco di “Flowers for teeth” e al clima avvolgente e “mistico” di “Colour my world”, affine al lirismo vibrante esposto dai Temple Of The Dog.
In grey” è un coinvolgente slow bluesy (con un pizzico di The Animals nell’impasto sonico), mentre il piano di "Middle of the end” aggiunge un’ulteriore coloritura decadente e visionaria ad un programma che in “Pulling daisies” mischia sapientemente Zeps e The Doors e in "I can’t say” aggredisce i sensi alternando sciamaniche e ombrose narrazioni soniche a ruggiti hard-blues.
In “Fear before the fall” è nuovamente il pianoforte di Jon Jefford a sostenere una ballata malinconica e sofferta (che potrebbe non spiacere nemmeno agli estimatori dei Suede o di certi Radiohead) dall’imponente impatto emotivo, lo stesso che poi intride l’atto conclusivo "On the story goes”, un altro momento di grande musica inquieta, pulsante e magnetica, che tiene ancora una volta l’astante inchiodato all’ascolto anche grazie all’intensa interpretazione di Josh Gosling, innegabile punto di forza di una formazione compatta e competente.
Nell’attesa (forse chimerica …) che arrivi qualcosa di veramente “rivoluzionario”, sostenere chi sa, come i The Lunar Effect, filtrare l’inestinguibile luce della “tradizione” attraverso un prisma di temperamento, buongusto compositivo e tensione espressiva, diventa una priorità per chiunque abbia a cuore le sorti del Grande Vecchio Rock n’ Roll.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.