Si possono rinvenire svariati elementi in grado di sorprendere nel
debut dei
Lamentari, ma quello che stupisce di più, con ogni probabilità, è il fatto che si discuta di un’opera concepita in modo indipendente e prodotta in autonomia.
Questo perché, almeno alle orecchie di chi ascolta, il risultato suggerirebbe l’opposto: il
symphonic black metal della compagine danese, in effetti, mette in mostra un
sound davvero colossale.
Non vorrei venir frainteso: l’elemento sinfonico è presente eccome, tanto che “
Ex Umbra in Lucem” sfoggia il lavoro di un’autentica orchestra, registrata negli
AIR Studios di
Londra sotto la supervisione del tastierista
Max Uldahl. Eppure, la magniloquenza degli arrangiamenti non sovrasta mai l’elemento squisitamente
black del combo, che anzi emerge con inusitata violenza in brani tiratissimi come “
Tragoedia In Domo Dei”, in grado di rievocare lo spettro dei
Dimmu Borgir di “
Death Cult Armageddon”, o la letale “
Appugno”.
Altro fattore distintivo dei
Lamentari è il ricorso tutt’altro che timido agli assoli di chitarra:
Emil Holst Partsch si dimostra
shredder di prim’ordine, e lo dimostra ampiamente lungo tutti i 38 minuti di durata del
platter -se ci tenete a farvi un’idea soffermatevi sulla torrenziale “
Intra Muros Mentis”-.
Si può scorgere inoltre, benché in modo ancora embrionale, la volontà di espandere gli orizzonti e le influenze musicali: penso in primis a “
Dolorum Memoria” ed al suo incipit atmosferico dalle tinte simil-flamenco.
Al di là dei singoli episodi, dai solchi del
full length emerge in modo lampante la grande competenza dei musicisti coinvolti, così come l'assoluta padronanza della materia trattata, il che impressiona ancor più se consideriamo che si discute di una realtà fondata appena cinque anni fa, e che sinora aveva immesso sul mercato giusto tre
EP ed un paio di singoli.
Peccato solo per un disposto combinato
artwork di copertina / titolo di scarso impatto complessivo -già che ci siamo: mi sentirei di consigliare un utilizzo più parsimonioso del latino, sì affascinante ma un pelo pretenzioso e ormai abusato-, e per una conclusione, affidata alla doppietta “
Spiritus Diurnus” / “
Arcanum Ignis Animae”, leggermente sotto tono.
“
Ex Umbra In Lucem”, comunque sia, mette in mostra doti e talento non comuni, e pone solide basi per un futuro ai vertici della scena di riferimento.
Mi raccomando, cari
Lamentari: fate i bravi e non smentitemi.
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