Babylon A.D. - Rome Wasn’t Built In A Day

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:52 min.
Etichetta:Perris Records

Tracklist

  1. WRECKING MACHINE
  2. PAIN
  3. SOMETIMES LOVE IS HELL
  4. ROME WASN'T BUILT IN A DAY
  5. LOOKING FOR A HEARTBEAT
  6. I WILL NEVER BREAK AGAIN
  7. WHITE HOT BULLET
  8. CRASHED INTO THE SUN
  9. FACE OF GOD
  10. SHUT UP
  11. SUPER BEAST

Line up

  • Derek Davis: vocals, keyboards, guitar
  • Ron Freschi: guitar, background vocals
  • John Mattews: guitar
  • Craig Pepe: bass, background vocals
  • Dylan Soto: drums, background vocals
  • Lane Borchard: background vocals on ‘I Will Never Break Again’

Voto medio utenti

Molto probabilmente sarò stato influenzato dalla “storia” dei Babylon A.D., arrivati al “successo” troppo tardi e per un periodo troppo breve, ma il loro nuovo “Rome wasn’t built in a day” trasmette netta la sensazione di un gruppo che ha amato, odiato, sofferto, vinto e, soprattutto, perso, e che non si è mai arreso, arrivando a dimostrare che rappresentare uno dei “sopravvissuti” dei nineties significa anche essere più “veri” e genuini di tanti dei discepoli contemporanei della “scena” street-metal.
Una sensazione di viscerale malinconia e voglia di “rivalsa” che avvolge l’astante e non lo abbandona più, alimentata dalla voce arrochita dal tempo (e chissà da cos’altro …) di Derek Davis, uno che di situazioni sbagliate e di aspirazioni tradite ne deve aver fronteggiate parecchie.
Attraverso una manciata di brani che sanno di luci al neon nei bassifondi urbani e di scorribande “vagabonde” e sfrenate, che però non riescono a scacciare del tutto le inquietudini date dallo spettro della solitudine, l’albo propone un clima piuttosto cupo ed estremamente “reale”, che sfrutta un linguaggio musicale stilisticamente “familiare” e diretto, in grado di emozionare anche se disseminato di tante piccole “imperfezioni”.
Una produzione un po’ “leggera”, il ricorso a tratti eccessivo dei cliché del genere e pure qualche deviazione al limite della "stonatura", non arrestano la tensione emozionale diffusa dal romanticismo infranto e spirituale di "Sometimes love is hell”, “Looking for a heartbeat” e “Face of God”, dal groove ombroso della title-track dell’opera e poi ancora dal crescendo appassionato di "I will never break again”, dalle pulsazioni di “Shut up” e da una “Crashed into the sun” intrisa di sguaiata amarezza.
Leggermente meno efficaci si rivelano invece “Wrecking machine”, la scura e vagamente Metallica-escaPain”, la sferzante "White hot bullet” e uno strumentale denominato "Super beast”, gradevole e tuttavia dal peso abbastanza marginale nell’economia complessiva dell’album.
Estendendo e parafrasando il concetto che sottende il titolo del disco, forse è vero che per essere veramente credibili, soprattutto in taluni ambiti espressivi, ci vogliono, oltre al tempo e alla tenacia, anche quella consapevolezza che solo l’aver vissuto sulla propria pelle certe esperienze può garantire … altrove troverete sicuramente maggiore accuratezza, spregiudicatezza ed esplosività sonora, ma se invece cercate lo schietto e un po’ disincantato realismo della “strada”, “Rome wasn’t built in a day” dei Babylon A.D. potrebbe fare al caso vostro.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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