I canadesi
Reversed in corsa dal 2015, finalmente, dopo un paio di demo, riescono a tagliare il traguardo del primo full-length:
"Wildly Possessed", rilasciato sotto l'egida della
Invictus Productions.
Riffs affilati come rasoi che si snodano su ritmiche ora lineari ora contorte, wall of sound e battaglie tra le due chitarre, con suoni non eccessivamente compressi e distorti in pieno stile 80's dei tempi migliori.
"Wildly Possessed" si muove sulla linea che accomuna lo Speed/Thrash dalle tinte Black della prima ondata. Questo lo si avverte dai numerosi richiami agli
Slayer dell '83, quelli di
"Show No Mercy" (
"Beneath the Evil Eyes"), ai
Celtic Frost di
"Morbid Tales" (1984), al proto-death oscuro di
Sarcófago,
Possessed e dei connazionali
Blasphemy; su cui si inseriscono alcune brutali raffinatezze di
Morbid Angel e
Carcass di
"Necroticism - Descanting the Insalubrious" (1991). Elementi che talvolta vengono stemperati da frangenti dal sound melodico di stampo squisitamente Heavy classico.
I
Reversed non si lanciano in un assalto frontale dalla violenza incontrollata, ma snocciolano sette brani per un running time totale di appena 33 minuti di cattiveria selvaggia e al contempo ragionata; con un songwriting estremamente articolato, mai banale, e tuttavia ben comprensibile e denso di hooks che rendono la complessità del platter sufficientemente ear catcher da poter essere assimilata. Anche se vi invito ad ascoltarlo numerose volte, poiché sono realmente molteplici le sfumature che i canadesi sono riusciti ad infondere al loro Death Metal.
Vi sono numerosissimi cambi di ritmo e una varietà di riffs raramente riscontrabile altrove; rendendo una proposta apparentemente semplice bisognosa di un ascolto certosino.
"Wildly Possessed" è un lavoro egregio, di rara efficacia al giorno d'oggi; un tuffo nel passato che si articola sopra una produzione old-school dal sentore analogico accuratamente riadattata ai nostri tempi.
Non si tratta di una mera riproposizione di clichés ormai stantii e abusati; bensì di un'opera di riplasmazione e soggettivazione che fluisce dall'azione aggregatrice del gruppo su stilemi ormai quasi scomparsi, e riproposti qui sotto una veste in grado di essere ancora oggi credibile.
A mio avviso, al momento, si tratta di una delle migliori release "Death" dell'anno.
Highlights del album:
"Maelstrom Juggernaut",
"Beneath Evil Eyes",
"Black Seed".
Recensione a cura di
DiX88
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