Ben lontani dall’essere soltanto “l’altra band del batterista dei Leprous”, i
Rendezvous Point, in 14 anni di carriera, si sono guadagnati il rispetto ed il plauso di tutta la scena neo-prog. E questo terzo lavoro, a titolo “
Dream Chaser”, benedetto peraltro da una copertina stupenda, è qui a testimoniare l’eccellente stato di forma del combo norvegese.
I brani di “Dream Chaser” innanzitutto beneficiano di una delle produzioni più belle che abbia sentito negli ultimi anni: di grande respiro; senti tutte le grattate della bacchetta sulla pelle sabbiata, pur avendo una potenza sulle frequenze basse impressionante. La voce, poi (e che voce, signori:
Geirmund Hansen è semplicemente perfetto) viene perfettamente fuori, non ostacolandosi mai con tastiere che usano suoni molto moderni e taglienti, calibrati però con grandissima perizia in un album che accarezza ma tira sberle, che è prog ma non cervellotico, che ama essere ostico ma ha ritornelli cantabilissimi.
Punte di diamante, a mio avviso, l’opener “
Don’t Look Up”, la drammatica “
Utopia”, una “
Fireflies” che mi ricorda i BTBAM o gli stessi Leprous (lavoro di arrangiamento a livelli davvero altissimi) o “
Presence”, vero sogno bagnato di ogni progger. Potrei andare avanti nel track-by-track, ma qui non c’è un pezzo sotto il “bello davvero”; detto in parole povere, “
Dream Chaser” è l’album da avere se amate il prog metal moderno. Senza se e senza ma.
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