In principio fu la Nwobhm a guidare il movimento hard & heavy nel passaggio 70/80 e, come in un gioco di rimbalzo, seguì subito quella che allora veniva chiamata American New Wave Of Heavy Metal che, in molti casi, violentava proprio le basi gettate dai britannici.
Nei primi anni '80 la capitale indiscussa non era ancora Los Angeles ma New York, basti pensare ai
Manowar, ai
Virgin Steele ed ai
Twisted Sister. Tra i nomi promettenti di quella stagione si segnalavano anche questi
Americade, sempre di New York, band che si fece notare per suonare dal vivo alcuni brani dei
Van Halen assai più velocemente di loro. La band non aveva un grande background e solo la sezione ritmica, cioè
Walt Woodward III alla batteria e
Nick Sadano al basso, avevano suonato con un'oscura band chiamata
Rachel. Proprio poco prima di entrare in studio per registrare "
American Metal", Sedano lascia il posto a
Dave Spitz, fratello del chitarrista degli
Anthrax Dan Spitz.
"American Metal" è autoprodotto per la piccola
Adem Records e ciò rende il suono 'artigianale'. Ma è proprio questo il bello del platter; tutto suona molto suggestivo, reale, quasi con un effetto live da studio, infondo molte produzioni del periodo sono sulla stessa lunghezza d'onda ed un nome attinente vi fu presentato nelle precedenti puntate:
Le Mans.
È un suono carnivoro ed animalesco ed a proposito Walt Woodward III suonava in una gabbia! E tutto sommato il paragone più prossimo è proprio quello dei primi Van Halen, suonati però in modo più underground e più heavy metal basico sulla scia delle prime band eighties dell'ondata americana, non so se il nome dei coevi
August Redmoon vi dice niente.
L'airplay californiano che imperò a metà decennio è completamente bandito e se cercate soluzioni ammiccanti "American Metal" non fa per voi. Solo "
California Rhythm" stempera un po' il clima incandescente del platter, altrimenti dirottato su territori torridi di heavy pulsante, dettato da riff risolutori come in "
On The Prowl", "
Showdown" o "
Led To The Rock". Il 'solismo' sempre infuocato ("
Love Ain't No Reason") è un altro tema dell'album, ma senza mai auto compiacimento, in quanto "American Metal" è immolato sull'altare della pura fisicità.
Se siete in cerca dei primi vagiti dell'American Metal, così come da titolo, gli Americade sono in grado di scattare un'istantanea, ma se cercate metal evoluto tenetevi alla larga.
La storia del genere è passata anche da queste sonorità, è bene ricordarlo.
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