Alcest - Les chants de l'aurore

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:44 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. KOMOREBI
  2. L'ENVOL
  3. AMéTHYSTE
  4. FLAMME JUMELLE
  5. RéMINISCENCE
  6. L'ENFANT DE LA LUNE
  7. L'ADIEU

Line up

  • Neige: guitars, bass, synths, vocals, piano, glockenspiel
  • Winterhalter: drums, percussion

Voto medio utenti

Cari Alcest mi devo ricredere, quando ho letto tempo fa che sareste entrati nella grande scuderia del colosso NB avevo timore che avreste ceduto alle pressioni per concedere qualche flessione artistica per un’audience più ampia.
Pericolo scampato devo dire perché la formula che avete elaborato rimane inscalfibile e già l’avevo notato con il precedente “Spiritual Instinct”; questo conferma il tutto, anzi devo essere sincero, è il vostro lavoro dove si sente più ariosità e positività, basta vedere la bellissima immagine di copertina.
Uno dei pezzi che mi ha colpito di più è la seconda traccia “L’envol” quasi prog con quei controtempi iniziali e quel piano poi ecco la sublimazione data dal cantato di Neige così ricco di pathos e la melodia presa a piene mani anche con una sottile linea rossa che unisce il tutto.
Altra perla è “Flamme jumelle”, quegli arpeggi che richiamano certa new wave ottantiana ma rivisitata dallo spirito metallico che erompe come una cascata in questo contesto di piano e forte che contraddistingue la composizione; le chitarre sono pulite e dosate a dovere quando devono graffiare ma non troppo.
A seguire una delicata ballata pianistica come “Réminiscence” che è emozione pura con quegli archi e i vocalizzi puliti; delicatezza e arte.
Si chiude con “L’adieu”, un addio sonoro costellato da arpeggi malinconici iniziali e tastiere con la voce a fare da colonna al tutto mentre tutto sale di grado e livello chiudendo il tutto in maniera delicata.
Ragazzi miei avete fatto l’ennesimo centro, come unire melodie sognanti, malinconiche, cenni prog e scuotimenti estremi metallici con un piglio assoluto e personale, pregio dei grandi artisti che sanno parlare con il cuore e l’anima; ascoltiamoli.

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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