Scott Conner, pioniere del DSBM statunitense, torna a distanza di un anno dal precedente
"Inevitably Dark", con un nuovo full-length del suo storico progetto
Xasthur:
"Disharmonic Variations", rilasciato sotto l'egida della label
Lupus Lounge.
Accantonato quasi definitivamente il DSBM degli esordi,
Conner prosegue con il suo nuovo corso strumentale che ben poco ha a che vedere con il Black… Tanto che verrebbe da pensare che sarebbe meglio per lui dare vita ad un altro progetto, onde evitare di creare aspettative nei propri fan destinate ad essere infrante; anziché sfruttare un nome ormai dai più associato a un determinato stile.
In ogni caso ho ascoltato attentamente
"Disharmonic Variations", e con il massimo (che mi è consentito) di obbiettività possibile.
Il sedicesimo lavoro targato
Xasthur è costituito da poco meno di 45 minuti di musica componente un flusso unico e in cui la suddivisione in tracce è solo fittizia.
La prima cosa che si può evincere è il senso estetico e la delicatezza del musicista americano.
In questo lavoro di
Xasthur coesistono una produzione leggermente lo-fi, elementi vagamente sinfonici e densi di chiaroscuri, con qualche lontanissimo richiamo ai primi album (nella fase iniziale); atmosfere Ambient, fortissimi innesti jazz e qualche eco folk sparso qua e là. Inoltre vi si trovano strumenti a percussione non canonici che si insinuano tra le melodie di base, e, salvo qualche sporadico accenno, non c'è quasi nessun segno del nostro amato Metal. Anche quando il drumming - probabilmente ottenuto tramite drum-machine - diviene maggiormente frenetico, e la doppia cassa prende il sopravvento, si ha più la sensazione di avere di fronte partiture di jazz vivace e dal sapore decadente, piuttosto che qualcosa di assimilabile al nostro genere musicale.
Tuttavia l'abilità degli accostamenti sonori, la delicatezza con cui determinante disarmonie vengono fatte combaciare, andando a configurare, in ultima istanza, delle vere e proprie armonie che sono riuscite a entrare quasi immediatamente nel mio orecchio, mi hanno fatto comprendere la classe, e lo sviluppato senso estetico, del musicista americano.
Dato quanto appena scritto, dunque, non posso fare altro che promuovere questa nuova opera di
Xasthur… Nonostante sia fermamente convinto che avrebbe dovuto essere rilasciata con un altro moniker.
Tuttavia, resta un disco consigliato solo a chi è di ampie vedute, e con la consapevolezza che in questo LP non troverà niente che ha che vedere con il Metal, né tantomeno con la fiamma nera.
Recensione a cura di
DiX88
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