Ah, che bei tempi … quando i
Victory sfornavano “
Culture killed the native” e “
Temples of gold” e con il grande
Fernando “El Toro Loco” Garcia al microfono sollecitavano prepotentemente i gangli sensoriali degli estimatori di Def Leppard, Scorpions, Ratt, Slaughter …
ok, accantoniamo il classico “momento nostalgico” per sottolineare come, al di là dell’inevitabile ricorso all’apologia (tipica,
ahimè, dell'incipiente senilità ...), ritengo sia ancora oggi quello l’apice artistico dei tedeschi.
Ciò non toglie che la
band di
Herman Frank (ex Accept … ammesso che sia utile ribadirlo …) abbia saputo perseverare con qualità e valore all’interno di una carriera professionale che giunge oggi con “
Circle of life” alla quattordicesima fatica discografica, da collocare con fierezza nell’ambito dell'
hard n’ heavy di stampo mitteleuropeo, sulla scia di Krokus, Sinner, Shakra, Pink Cream 69 e Gotthard.
Un suono ortodosso ma energico e sufficientemente vitale, pilotato ad arte dal granuloso e possente timbro vocale di
Gianni Pontillo e assecondato da un gruppo di musicisti che conosce bene la formula “magica” del
rock duro quintessenziale e viscerale, immutabile nella sua orgogliosa reiterazione stilistica.
Insomma, se gli
anthem abrasivi, accattivanti e sincopati, dalle peculiarità tutt’altro che inedite, sono ancora parte integrante dei “rituali” con cui amate impegnare il vostro tempo libero, affidarsi alla competenza e alla istintualità dei
Victory è senz’altro da considerarsi una scelta opportuna, in grado di appagare piuttosto esaurientemente la vostra brama di grintosa e coinvolgente “essenzialità” musicale.
All’interno di un programma molto solido e privo di veri momenti fastidiosamente interlocutori (nemmeno quando la dipendenza da AC / DC e Accept diventa parecchio evidente) mi limito a segnalare “
Surrender my heart”, “
Moonlit sky”,
“Falling” e “
Reason to love” (non lontanissima dall’
Alice Cooper ottantiano) come i pezzi che mi hanno trasmesso le sensazioni più intense, in grado di emergere da un tracciato emotivo, come anticipato, mai sotto la soglia della piena godibilità.
Quando si ha che fare con formazioni dalla “storia” importante, il passato è, per tante ragioni, difficilmente battibile, ma il presente può non deludere e soddisfare chi ricerca analoghe forme di piacere uditivo … e allora accantoniamo i problematici paragoni e accogliamo “
Circle of life” tra gli ascolti raccomandabili del 2024.
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