I
The Depressick sono una band messicana Post-DSBM formata nel 2013, con sede a Nezahualcoyotl; un sobborgo densamente popolato e storicamente impoverito di Città del Messico. Un contesto, a detta del gruppo, pregno di "negatività", miseria, povertà, malattia e sporcizia. E sono proprio tali caratteristiche dell'ambiente sociale dove vivono i messicani a contribuire alla desolazione della loro musica.
Dopo aver dato alle stampe il loro primo full-length nel 2017,
"Carcinoma", si ripresentano in questa calda estate del 2024 con il loro secondo lavoro lungo:
"Faded.exe", rilasciato sotto l'egida della
End My Life Records.
Personalmente, quando devo assegnare un voto basso a un disco DSBM sono sempre molto dispiaciuto, sia per vari fattori personali che, pur non essendo né un suicida né un aspirante (scanso equivoci lo specifico), mi hanno da sempre legato particolarmente a questa scena.
Il substrato che è comune alle forti sofferenze spesso crea legami – siano pure essi sul piano esclusivamente metafisico – con un'artista (oltreché nella quotidianità prossimale); a volte il tramite è, come in questo caso, proprio un'idea che prende corpo durante l'ascolto. Inoltre, il DSBM, a mio avviso, rappresenta un ottimo mezzo per familiarizzare con le profondità del proprio abisso interno. E infine ho sempre apprezzato l'estrema genuinità di questi musicisti, che innanzi a un mondo che afferma con forza illusoria:
"devi essere felice!", loro producono arte sublimando il proprio malessere, nudo e crudo in tutta la sua sostanzialità.
Purtroppo però questo album dei
The Depressick, oltre a non possedere la scintilla – fuorché in alcuni frangenti – che ne renda stimolante l'ascolto, cosa fondamentale in un genere statico e ossessivo come il DSBM, è realmente carente di originalità.
I messicani si muovono su lidi ampiamente calcati dalle band capostipite, come
Shining,
Silencer,
Abyssic Hate e altre realtà più recenti, inserendovi numerose strutture Post-Black, a volte sulla scia dei
Lifelover, piuttosto melodiche e alternantesi a momenti ossessivi e monocromatici.
Tutto ciò viene accompagnato dalle linee vocali di
O.S., il quale opta per un urlo desolante di matrice burzumiana vicino a quanto fatto dai singers di Lifelover,
Sterbend,
Urfaust, e altri; pur senza averne la medesima caratura, oltreché il solito grado di espressività artistica.
Questi fattori di cui ho appena fatto testimonianza, purtroppo, rendono
"Faded.exe" un ascolto tediante e assai prevedibile, nonostante alcune sperimentazioni sporadiche, come per esempio in
"Papillon (Part I)"; dove improvvisamente subentra una partitura elettronica, accompagnata da un cantato a metà strada tra Rap/Hip Hop e Raggaeton, che a mio avviso risulta mal collegata con l'insieme del brano.
…A malincuore non mi è possibile consigliarvi l'opera dei
The Depressick…
Recensione a cura di
DiX88
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