Meer - Wheels Within Wheels

Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2024
Durata:60 min.
Etichetta:Karisma Records

Tracklist

  1. CHAINS OF CHANGES
  2. BEHAVE
  3. TAKE ME TO THE RIVER
  4. COME TO LIGHT
  5. GOLDEN CIRCLE
  6. TO WHAT END
  7. TODAY TONIGHT TOMORROW
  8. WORLD OF WONDER
  9. MOTHER
  10. SOMETHING IN THE WATER
  11. THIS IS THE END

Line up

  • Johanne-Margrethe Kippersund Nesdal: lead vocals and backing vocals
  • Knut Kippersund Nesdal: lead vocals, backing vocals and keyboards
  • Eivind Strømstad: electric and acoustic guitars, electric baritone guitar, additional keyboards, programming and backing vocals
  • Åsa Ree: violin and backing vocals
  • Ingvild Nordstoga Sandvik: viola and backing vocals
  • Ole Gjøstøl: acoustic grand piano, keyboards, programming, electric organ, church organ and backing vocals
  • Morten Strypet: electric bass and backing vocals
  • Mats Fjeld Lillehaug: drums, percussion and backing vocals
  • Andrea Brennodden Rosenlund: flute (4,9,11)
  • Lars Gärtner Fremmerlid: vibraphone (8)
  • Liv Elvira Kippersund Larsson: backing vocals (4)
  • Signe Josefin Kippersund Larsson: backing vocals (4)
  • Simon Johannes Nyqvist: backing vocals (4)

Voto medio utenti

Conservo un buon ricordo di “Playing House”, l’album dei Meer uscito ormai nel lontano 2020. Il nuovo “Wheels Within Wheels” conferma le ottime impressioni iniziali e fa un passo ulteriore nella direzione di una proposta musicale più accessibile ma sempre molto personale.

L’introduttiva “Chains Of Changes” riprende il chamber pop frizzante e solare dalle sfumature elettriche e progressive del suo predecessore, prima di “Behave”, caratterizzata dalle melodie spigolose care ai compagni di etichetta Major Parkinson. C’è qualcosa del dream pop degli anni Novanta in “Take Me To The River”, in contrasto con la successiva “Come To Light”, con echi di Police e Toto.

Non mancano episodi più lineari e groveggianti (“Golden Circle”, “To What End”), mentre la struggente “Today Tonight Tomorrow” spicca per la coda epica e muscolare. La breve e pianistica “World Of Wonder” prelude a “Mother”, un omaggio ai Dear Hunter degli “Acts”, mentre “Something In The Water” suona come una moderna “I Am The Walrus” dei Beatles, e sfocia nella lunga “This Is The End”, la sintesi perfetta del rock sinfonico concepito dai norvegesi.

Promossi a pieni voti anche stavolta.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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