Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:48 min.
Etichetta:Neuropa Records

Tracklist

  1. ASCENSION
  2. ÆTHER
  3. ADON
  4. AZIMUTH
  5. AXIOM
  6. ÆON

Line up

  • Argonath: bass, guitars, vocals (additional)
  • Æthelwulf II: vocals
  • James Stewart: drums (guest)
  • Justin Sakogawa: lead guitars (guest)
  • Emma Kramer-Rodger: flute (guest)
  • Christopher Beattie: lead guitars (guest)
  • Kyle Schaefer: additional vocals (guest)

Voto medio utenti

Tutt'altro che semplice l'ascolto, e l'approccio, al debut album degli americani Adon: il loro ibrido death / black, con chiare influenze thrash, infatti, risulta essere complesso e contorto, pronto a coagulare, in un flusso estremo di note, brutalità, tecnica strumentale, afflato sinfonico, magniloquenza ed una strisciante melodia dai contorni horror che, più e più volte, torna all'interno di composizioni lunghe anche oltre i quindici minuti.
In breve: tanta, tantissima, carne al fuoco in un album in cui, per darvi qualche punto di riferimento (qualora servisse davvero, visto che oggi tutti ascoltano tutto in modalità "liquida" sul web), coglierete riferimenti alla scena estrema finlandese, per via della "follia" di base, così come influssi provenienti dai Behemoth, passando per il classico black/death svedese fino ad arrivare a citare Akhlys e compagnia spaventosa... un bel macello, ne convenite?
Va dato atto al duo americano di saper arrangiare con maestria le canzoni, tanto che, nonostante l'estrema lunghezza di alcune, l'ascolto appare "lineare" e le trame non forzate, ma è anche vero che "Adon", troppo spesso, gira su stesso senza trovare una sua precisa dimensione come se il gruppo avesse voluto dire: "guardate quanto siamo bravi e ce ne fotte di tutto e tutti!", approccio artisticamente ineccepibile (forse), ma musicalmente duro da digerire poiché il costante mutare del disco, sempre in bilico tra caos controllato e trovate melodiche strambe, non aiuta a capirne l'essenza e, aggiungo, il senso stesso inducendo l'ascoltatore, almeno questo è stato il mio caso, a distrarsi perdendo il filo logico e, a volte, ad annoiarsi.
Le mie ultime parole non significano che "Adon" sia un album brutto, anzi, in diversi frangenti, è capace di esaltarsi con le sue trame possenti ed eleganti nella loro brutalità dandoci prova di evidenti capacità compositive che, sicuramente, incontreranno il favore del pubblico più incline alle sonorità intricate, cervellotiche e distruttive come queste, anche se, tutti gli altri, con ogni probabilità, non avranno la pazienza per "entrare" in questo maelstrom.
Dove sta la verità?
Decidetelo voi.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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