I
Sjæleangst sono un duo danese che in pura tradizione misantropica mantiene celata la propria identità.
Al momento hanno rilasciato, tramite la
Vendetta Records, un solo full-length a maggio 2024: l'omonimo
"Sjæleangst".
Che scrivere di questo esordio discografico dei danesi...?
Come di molti prodotti, di cui vi ho già riferito quest'anno, si tratta di una sorta di revival della tradizione della fiamma nera più atmosferica che tanta gloria ha ricevuto nei magnifici anni '90.
Difficile discutere su di una scuola specifica, tuttavia, volendo dare dei riferimenti, personalmente mi hanno riportato alla mente, per certi aspetti melodici, tra cui un certo utilizzo di piano e tastiera uniti a determinati contorni ambient, ai primi
Ulver, agli
Ancient e anche ai finlandesi
Wyrd.
Il suono, ovviamente, è estremamente retrò, ovattato come se scaturisse da un luogo sperduto nelle profondità delle viscere terrestri…
Tutto dunque si presenta come impone la migliore delle tradizioni.
Altresì, vi è da soffermarsi su quanto sublimi risultino determinati arrangiamenti, sulla qualità del songwriting e la declinazione poetica di quest'opera. Una poesia che fluisce attraverso i corsi d'acqua che più volte emergono dalle caverne oscure, da assoli struggenti dall'afflato Post-Black, dalla dura solennità dei suoni gelidi di chitarra e batteria, e da quel sottofondo cedevole dove si radica la straziante disperazione che da sempre permea un certo tipo di Black Metal.
Suoni minimali, riffs ossessivi e bensì melodici, caratterizzati da ricalibrazioni centellinate che conferiscono un discreto dinamismo all'insieme; complice anche l'alternarsi continuo di varie suite che dal Dark Ambient virano su tempi medi, sostenuti da altri tipicamente iconoclastici.
Solo quattro tracce... Quattro numeri romani. Quattro grani di inferno.
…Consigliato a tutti i "deboli" di cuore…
La fiamma nera arderà in eterno.
Recensione a cura di
DiX88
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