Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:26 min.
Etichetta:Vendetta Records
Distribuzione:Vendetta Records

Tracklist

  1. MARTRöð
  2. BRAND
  3. VRDRBN
  4. ELDFELL
  5. TEUFELSFAUST

Line up

  • W.K.: Vocals, Guitars, Bass
  • O.F.: Drums

Voto medio utenti

Esistono un esiguo novero di gruppi che hanno le idee chiare fin dai loro primi albori, avendo già in mente dove collocarsi e ciò che vogliono esprimere, senza la necessità di dilungarsi troppo, bensì colpendo diritto al centro. Questo è il caso dei Mýrdal, con il loro debutto sulla lunga distanza, "Helvíti" (Vendetta Records).

I Mýrdal sono un duo tedesco formatosi nel 2022 a Leipzig, e che dopo aver rilasciato nel medesimo anno un breve EP dall'omonimo nome, ci deliziano con questo primo full-length.

Definire "Helvíti" full-length rappresenta forse un po' un azzardo, in quanto ha più la lunghezza di un EP; insomma… Stiamo parlando di soli 26 minuti di musica. Tuttavia sono 26 minuti davvero esplicativi del potenziale dei due germanici, e dal carattere emotivo davvero notevole.
Per inquadrare il sound dei Mýrdal dobbiamo guardare nella direzione dell'Icelandic Black Metal, quello tendenzialmente più duro di formazioni come i Misþyrming; su cui si aggiunge qualche contorno atmosferico e l'elementarità sonora di matrice teutonica.
Sono brani dove la cromatura Thrash/Death si avverte con forza, lasciando inoltre trasparire una certa urgenza Hardcore. È altresì piuttosto ampio l'uso di ritmiche dissonanti moderne, ma pur sempre dal suono scarno; e al contempo si hanno momenti più sospensivi e una certa drammaticità interpretativa che tocca il suo zenit in quella che, a mio avviso, è la traccia più bella del disco: "Teufelsfaust", in grado, inoltre, di "deliziarci" sul finale con qualche urlo Depressive di chiara fattura burzumiana. Una traccia che nell'articolazione più quieta, dilatata e oscillante assunta dalle linee di chitarra, tradisce punti di contatto con il DSBM, di cui madre Germania è indubbiamente patria di numerosi interpreti illustri.

"Helvíti" scorre via alla velocità della luce, forse troppo…
Nonostante ciò riesce notevolmente a coinvolgere, con il suo andamento arrembante, con stacchi e ripartenze oculatamente posizionati, e grazie a un songwriting ispirato e denso di hooks, che sono convinto riuscirà a rimanervi impresso.
Infine, a mio giudizio, una buona sintesi è un elemento indubbiamente più pregevole di inutili estensioni compositive.
Sono le essenze quelle che contano. Sempre e soltanto esse permangono.

Recensione a cura di DiX88

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