Il talento smisurato e il ruolo seminale di
Jim Peterik non credo possa essere messo in discussione nemmeno da chi non ama particolarmente il
rock melodico e anche della sua brillante vitalità, sorprendente per un artista “piuttosto” maturo e facoltoso, abbiamo già dibattuto in più di un’occasione su queste stesse colonne.
Tra le numerose virtù di questo
Signore del genere, c’è anche, ed è meritevole di una particolare sottolineatura, una spiccata propensione alla ricerca di nuovi talenti vocali, in grado di trasmettere ai posteri in maniera adeguata una lezione espressiva dai connotati intramontabili.
Così, dopo aver svelato al mondo le doti di
Toby Hitchcock e
Marc Scherer, il nostro orienta la sua
all-star band World Stage proprio in questa direzione, dedicando “
Tigress - Women who rock the world” all’universo femminile e poi concependo “
Roots & shoots”, in cui mettere a confronto alcuni protagonisti della “storia” del settore (“
Roots”) con alcuni dei suoi migliori esponenti emergenti (“
Shoots”), con l’intento di dimostrare senza remore come la “sopravvivenza della specie” sia non solo possibile e necessaria ma anche già tangibilmente verificabile.
Ovviamente, per ottemperare all’impegnativo proposito è imprescindibile anche un
songwriting di livello, e se grazie alla penna illuminata di
Peterik tale esigenza è ampiamente garantita, la curiosità maggiore alimentata da questo tipo di produzione discografica, giunta al secondo volume, riguarda soprattutto la comparazione tra la “vecchia guardia” e gli “astri nascenti”, dove carisma, padronanza tecnica e intraprendenza interpretativa diventano gli elementi distintivi della situazione.
E allora, come rilevato ai tempi del suo predecessore, in tutta sincerità non penso che i contenuti artistici di “
Roots & shoots vol. 2” finiranno tra le numerose pietre miliari incastonate nella prestigiosa carriera dell’ex Survivor, ma allo stesso tempo sono convinto non sarà semplicissimo trovare, anche nel traboccante
rockrama contemporaneo, la classe con cui vengono trattate la suggestiva leggerezza
rootsy di “
American dreamer” o la sensibilità melodica di “
Stronger than you know”, dove emerge il trasporto emotivo di un ottimo
Dave Mikulskis (voce della
cover band Hi Infidelity, già presente nel primo volume della saga e che qualcuno ricorderà altresì per la sua efficace
performance in “
Steel bars - A tribute to Michael Bolton”).
Il duetto tra
Mike Reno (Loverboy) e lo sgargiante
Jim in “
Your own hero” non può che rappresentare un piccolo attentato coronarico agli estimatori del
rock adulto nordamericano e un rischio simile la riserva pure “
Been to the mountain”, dove la presenza di
Jason Scheff (ex-Chicago) impreziosisce un numero di sofisticato
hard-blues di alta scuola.
La ballate enfatiche (pure un po’ “troppo”, invero …) “
All that's mine to give” e “
Forever endeavor”, grazie al contributo di
Toby Hitchcock, riportano la memoria alle prove dei Pride Of Lions, mentre la vivace “
Rise again” consente di fare la conoscenza con l’ugola educata di
Kevin Farris (segnalatasi tramite il
talent The Voice, se non erro …), adeguata al clima solare e “radiofonico” del brano.
Dopo aver affidato “
We can fly” (un altro frammento sonoro dai connotati molto “tradizionali”, eseguito con i vecchi compagni degli The Ides Of March) e “
Love lives” (uno
slow country-eggiante, con
Cathy Richardson dei Jefferson Starship) alla categoria “gradevolezze prive di guizzi”, spetta alla toccante e raffinata “
Until”, con l'attuale membro dei Chicago
Neil Donnell, risollevare le sorti di una raccolta che però con la successiva “
Hit of freedom”, complice l’esile laringe di
Sophia Sheth, tenta, con esiti tutt’altro che entusiasmanti, uno sconfinamento negli insidiosi territori del
pop più edulcorato.
“
The road to forever”, gestita in solitaria dal titolare del progetto, conclude in maniera melodrammatica le istanze sonore di “
Roots & shoots vol. 2” e, al di là del clima vagamente lezioso del pezzo, sfruttiamo il suo titolo per sottolineare come certi suoni siano fatalmente destinati a durare nel tempo, lungo un percorso fatto di emozioni e melodie immarcescibili … tra i promotori, nonché attuali guide, di questo lungo cammino c’è sicuramente
Jim Peterik, al quale accordare grande rispetto e imperitura riconoscenza.