Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:51 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. EVERMORE
  2. FEEL MY HEARTBEAT
  3. HIGHER
  4. MY REDEMPTION
  5. CALL MY NAME
  6. BUILD THIS HOUSE
  7. LIVE LIFE ON THE RUN
  8. YOU DON’T KNOW LOVE
  9. RISE
  10. I CAN’T BELIEVE (THAT THIS IS LOVE)
  11. STAND UP
  12. TEARS I CRY

Line up

  • Pete Godfrey: vocals
  • Janne Stark: guitars, bass
  • Mikael Rosengren: keyboards
  • Peter “TrumPeter” Svensson: drums

Voto medio utenti

Pur essendo un fautore convinto della “lentezza” e della riflessione, in una società, ahimè, sempre più convulsa e frenetica, devo ammettere che stavolta la “sollecitudine” potrebbe aver in qualche modo giovato alla prestazione artistica dei Constancia.
Questo “IV evermore” arriva, infatti, a “soli” tre anni dal precedente “Brave new world”, contravvenendo alla “regola dei sei anni” che contraddistingueva la loro discografia, e appare come il migliore della carriera della band britannico / svedese, il più focalizzato e appassionante nella prosecuzione di un percorso espressivo da accostare a quanto proposto da Khymera, Treat, Glory, House Of Lords e Royal Hunt.
Nulla di eccezionalmente “temerario” dal punto di vista squisitamente stilistico, dunque, e tuttavia sostenuto da un songwriting capace di sublimare le notevoli doti tecnico / interpretative di un gruppo che finalmente mette a frutto in maniera convincente le sue spiccate potenzialità.
Poter contare sulla voce “educata” e flessibile di Pete Godfrey (Blood Red Saints, In Faith) è ovviamente un plus (come dicono quelli bravi …), ma, come anticipato, sentirla spiegarsi su costruzioni melodiche energiche e vivaci, pilotare ritornelli adescanti e fungere da perfetto supporto a riff cromati e tastiere sapienti, è una vera delizia per i timpani e per una variegata selezione di altri organi.
Che il gruppo sia più “carico” e coeso di quanto non fosse nel suo pur apprezzabile passato, lo si percepisce facilmente fin dall’openerEvermore”, accattivante e grintosa come potrebbe essere una jam session tra Scorpions, Dokken e Winger, e un’analoga sensazione di vitalità la riservano sia il groove “circolare” e contagioso di “Feel my heartbeat” e sia una “Higher” che applica con classe l’immarcescibile lezione dei Rainbow.
My redemption” punta gran parte delle sue velleità di attrazione sul refrain e se questo in effetti si dimostra la vera carta vincente del brano, meno “impressionante” appare nel suo insieme “Call my name”, formalmente impeccabile e emozionalmente leggermente “fredda” e prevedibile.
Un gap emotivo immediatamente colmato dall’intensità bluesy di “Build this house”, dalle incalzanti ed enfatiche pulsazioni soniche di “Live life on the run” e da una “You don’t know love” che mescola Bon Jovi e Thin Lizzy con considerevole disinvoltura e qualità.
Rise” garantisce altre buone vibrazioni e piace per una policromia espressiva che si accentua in “I can’t believe (That this is love)”, una sorta di melodic psych prog-metal, nella melodrammatica “Stand up” e nello splendore barocco della conclusiva “Tears I cry”, i tre pezzi che legittimano al meglio la definizione “melogressive hard rock”, con cui i nostri amano descrivere la propria proposta musicale.
Tanta competenza e cultura specifica, una solida compattezza e una consistente intraprendenza espressiva, rendono “IV evermore” un lavoro degno di grande considerazione … a questo punto (come da consolidata tradizione) sorge spontanea una domanda: non è che riducendo ulteriormente l’intervallo tra le uscite discografiche, i Constancia raggiungeranno vette artistiche ancora più elevate? Attendiamo di poterlo (eventualmente) verificare …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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