In una estate come al solito afosa, durante un periodo molto difficile a livello personale, il nuovo lavoro dei canadesi
Ulvik è riuscito a portarmi un po' sollievo, sebbene
"Last Rites | Dire Omens", come del resto tutta la discografia dei Nostri, non sia propriamente un album luminoso e ricco di gioia.
La commistione, perfetta a mio modo di vedere, tra Dark Folk e Black Metal cadenzato dagli evidenti toni depressive, che costituisce l'anima di un album tormentato, triste, malinconico e ombroso, ti scava sotto la pelle, ti entra dentro, sorprende per la sua carica emozionale e, complice l'indifferenza del mondo che ci circonda, lascia che siano le lacrime a solcare il tuo viso piuttosto che il sorriso ad illuminarlo.
"Last Rites | Dire Omens" è catarsi, certamente, ma, soprattutto, è atmosfera, dolore, disperazione, tutti "elementi" che vengono filtrati attraverso fortissimi richiami al folklore ed alle tradizione del Canada, rinunciando ad ogni elemento musicale "violento" senza, tuttavia, mancare di ferire con note, arpeggi, vocals estreme, sussurri e campionamenti vari, capaci, tutti assieme, di colpire, anche più duramente, di lavori estremi e "propriamente" metal: gli
Ulvik, quindi, sono artisti in qualche modo gentili ma dall'ascolto dei quali si esce distrutti e sanguinanti, ma anche rinati come una moderna araba fenice.
Un disco da interiorizzare, accarezzare, abbracciare ma del quale non fidarsi completamente: l'abisso è li, ad un passo...
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