La Crisalide nasce in forma embrionale come un progetto acustico, per divenire una vera e propria formazione "elettrica" nel 2001, sotto l'ispirazione artistica del suono di Seattle ed un'ammirazione particolare per i Pearl Jam.
Da qui in avanti la ricerca continua di una propria identità (una "metamorfosi", come amano definirla loro stessi), nel tentativo di svincolarsi da percorsi creativi altrui, ha condotto il gruppo pisano, impegnato nel conseguimento di una comune unità d'intenti, ad alcuni cambiamenti di line-up, che si realizzano attorno alle menti "storiche" di Riccardo e Matteo e dopo un demo del 2003, "In me in te", vede la luce questo nuovo 4-tracks dimostrativo semplicemente intitolato "Crisalide".
La musica dei toscani è basata su di una tavolozza cromatica tendente quasi sempre al notturno e all'oscuro (aspetto richiamato anche dall'artwork del Cd), con squarci di rabbia più esplicita e si muove tra fangose e tormentate reminiscenze grunge, scorie psichedeliche, qualche progressione post-rock e suggestioni tipiche della scuola alternativa italiana (penso, ad esempio, ai Marlene Kuntz meno "commerciali"), impressione, quest'ultima, rafforzata anche dalla scelta della madrelingua per i testi minimali ed introspettivi che l'accompagnano.
I brani sono abbastanza complessi e pesanti, ma non "gratuiti" e sebbene si noti una minima forma di staticità, piace complessivamente l'atmosfera "drammatica" che li avvolge (a volte mi hanno fatto venire in mente certe manifestazioni dolorose e angosciose care ai magistrali Tool), con le cadenze nervose di "Muori (dolore libero)" e "Sottovuoto" e con le dissonanze di "Ruvido"(c'è qualcosa da registrare nella costruzione, ma la "materia prima" è di buonissima qualità), che sanno colpire l'ascoltatore grazie a tensione emotiva e discrete doti di coinvolgimento.
L'evoluzione della Crisalide è sicuramente tuttora ancora in corso d'opera, ma già questo stadio di maturazione offre parecchi spunti positivi, tali da poter presagire per questa creatura, sfruttando una fin troppo facile metafora, un brillante futuro da farfalla (o, probabilmente, visto l'ambito stilistico, falena) "adulta", in grado d'inserirsi senza timori negli affollati habitat della musica alternative-rock del nostro Belpaese.

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