«
Gondor declina, dici. Ma Gondor è ancora in piedi, e persino le briciole della sua forza sono ancora molto forti».
JRR Tolkien
Al nome "
Gondor" sostituite "
Dark Tranquillity" ed avrete condensato in due righe (e meglio di come farò io con molti termini in più) il succo di quanto si possa dire su "
Endtime Signals", 13esimo lavoro sulla lunga distanza di una delle band più importanti (ve l'ho già detto vero?) della mia vita, pubblicato dalla fedele
Century Media Records.
Sono passati quattro anni dal precedente "
Moment" e - tanto per cambiare - la lineup della band ha subito due importanti defezioni: lo storico drummer
Anders Jivarp ed il bassista
Anders Iwers hanno lasciato il gruppo, sostituiti da
Joakim Strandberg-Nilsson (ex
In Mourning) e
Christian Jansson (compagno di
Stanne nei
Grand Cadaver).
Per non farsi mancare niente anche
Christopher Amott ha salutato la compagnia: ed è qui che inizia la magia di "
Endtime Signals".
Johan Reinholdz, dopo aver preso per 4 anni le misure al gruppo, ha impugnato la bacchetta di sambuco e "
Wingardium Leviosa" ha messo giù 12 canzoni che con buone probabilità (e "
Atoma" permettendo) costituiscono il miglior album della band post-"
Fiction".
Se in "
Moment"
Martin Brändström era salito decisamente in cattedra, nel nuovo disco il suo ruolo viene spostato a "gregario di lusso", pronto a sostenere con il suo innegabile talento ed il suo gusto per le trame malinconiche ed oscure il meticoloso ed assai più roccioso lavoro di
Reinholdz.
Perchè senza menare troppo il can per l'aia sono i riff dell'ascia ex-
Andromeda il cuore pulsante di "
Endtime Signals": brani come "
Unforgivable", "
Neuronal Fire", "
Drowned out voices" o "
Enforced Perspective" sciorinano tessiture ed assoli convincenti come da oltre 3 lustri non si sentivano in casa
DT.
Se a questo aggiungiamo la prova di
Stanne dietro il microfono - che ritrova il gusto di cantare quasi un intero album senza concessioni alle clean vocals - ed il buonissimo apporto del nuovo comparto ritmico abbiamo un disco che suona
Dark Tranquillity in ognuno dei 50 minuti di running time.
"
Endtime Signals" mi è entrato sottopelle piano piano e, dopo un gioco di sguardi prima supponenti, poi sorpresi ed infine meravigliati, ha vinto i miei dubbi sino a conquistarmi completamente.
I ragazzi di "
Skydancer", "
The Mind's I" e "
The Gallery" non ci sono più, lo so perfettamente (guardatevi allo specchio: siete gli stessi della seconda metà degli anni '90? ...ecco....), ma se cercate una band su cui riversare veleni, insulti e frecciatine al grido di "Bolliti" o "Appendete gli strumenti" ci sono decine di combo storici a cui citofonare.
I
Dark Tranquillity sono ancora in grado di raccontarla a gente con 20 anni in meno con sigaretta accesa e ciabatte.
Perchè "
anche le briciole della loro forza sono ancora molto forti".
Dark Tranquillity - "
Unforgivable"
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