Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:50 min.
Etichetta:Soulseller records

Tracklist

  1. PASSING THE RIVER
  2. MASSGRAVES
  3. VOYAGE
  4. CROMLECH (COVER DARKTHRONE)
  5. ONSLAUGHT OF THE WEAK (BONUS TRACK)
  6. CONCLUSIVE ABLAZE (BONUS TRACK)
  7. I AM LIE (BONUS TRACK)
  8. B&B (BONUS TRACK)
  9. OF WITCH AND WOOD (BONUS TRACK)
  10. LEFT HAND OF GOD (BONUS TRACK)
  11. PYRE NO FIRE (BONUS TRACK)
  12. OUTRO - LOST IN THE WOODS (BONUS TRACK)

Line up

  • M.: All instruments

Voto medio utenti

I Manipulator sono una misteriosa one man band proveniente dalla Francia, formata dal solo M. di cui si sa poco e niente. Nessuna informazione è rintracciabile su internet, seguendo la prassi dell'anonimato più totale, cosa molto in voga ultimamente (vedi band come Ghost, Nine Covens ecc.), vuoi per una questione di mera forma o semplicemente per creare un'aura di mistero e far si che l'attenzione si concentri esclusivamente sulla musica.

Il lavoro in questione ha tutte le carte in regola per essere stroncato: tecnica che definire approssimativa sarebbe un eufemismo, una registrazione degna dei peggiori demotape e riff ripetitivi che alla lunga potrebbero annoiare. E al primo ascolto l'intenzione era, infatti, di farla breve e chiudere con un bel 4. Invece, al terzo tentativo, ne son rimasto improvvisamente affascinato.

Il death metal suonato dai Manipulator è maledettamente old school, putrido ed oscuro. I brani, composti su giri semplici e ossessivi e la voce eccessivamente riverberata, riportano la mente indietro nel tempo di almeno 20 anni, quando dal profondo nord, emergevano le prime registrazioni di capostipiti come Darkthrone (che vengono omaggiati con una versione del classico “Cromlech"), Morbid e Nihilist.

Le contaminazioni black metal rendono questo lavoro un vero inno alla Morte, specialmente nei passaggi più atmosferici. Se non sapessi che questo disco esce quest'anno, penserei ad una demotape registrata in una cantina verso la fine degli anni '80.

Ad accompagnare l'edizione su CD di “Voidbound”, troviamo le 8 tracce dell'ultima demo “Unearthed”, di qualità nettamente inferiore. Ad eccezione di un paio di tracce discretamente piacevoli, i restanti brani sono privi di spunti interessanti e, anzi, devo dire che spesso i giri su cui vengono costruiti sono a dir poco ridicoli. Aiutano però a sentire l'evoluzione nelle composizioni della band.

Si tratta sicuramente di un lavoro di nicchia che non so quante persone potranno apprezzare, esclusi gli eterni nostalgici perennemente alla ricerca di tutte le prime demo, quei lavori che più sono casalinghi e registrati coi piedi, meglio è.
Recensione a cura di Simone Carta

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