"Omnicide" è l'ultima uscita indipendente dei Sator Marte, band della repubblica Ceca con all'attivo già tre full-length.
Questo articolo rappresenta un po' un fuori programma per me, tuttavia, dato che è qualche settimana che di tanto in tanto continua a ruotare nel mio lettore, ho deciso di rendervene conto.
Non conoscevo il gruppo fino a qualche settimana fa e sono sincero non mi sono perso, al momento, nell'ascolto di tutta la loro discografia (come è per me consuetudine fare), cosa a cui comunque porrò rimedio al più presto; bensì ho dato la priorità a non lasciar passare troppo tempo da questo mio scritto rispetto alla data di uscita del disco.

"Omnicide" è un album semplice e indubbiamente derivativo, presentante un Black Metal fortemente ancorato agli episodi più duri e furiosi dei Marduk, con un senso della melodia piuttosto spiccato e che ben si bilancia con il martellamento sonoro costante da cui sono contraddistinte queste dieci lance infuocate, ricordando, inoltre, alcune delle migliori soluzioni dei Watain.
Trenta minuti che scorrono benissimo grazie agli immancabili tremolo monocromatici e blast beats che ben si intersecano con i numerosi cambi di ritmo del Death Metal, e con strutture thrashy dalla presa immediata; le quali si ripercuotono, oltreché nel riffing, sulla costruzione di linee vocali orecchiabili realmente avvincenti (provate, a tal proposito, ad ascoltare "Under the Siege").

Sicuramente un LP semplice e dal tasso di innovatività pari a zero, ma vi garantisco che è una vera e propria mazzata nello stomaco che non può lasciare indifferenti, sia per potenza sonora che per abilità di songwriting.
I Sator Marte riescono nella non facile impresa di creare musica veloce, malvagia e al contempo credibile; capace di restare impressa fin dal primo ascolto, cosa al giorno d'oggi sempre più rara.

"Omnicide" è un LP sanguinario, fatto da uomini e per uomini amanti della linea dura.