Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:46 min.
Etichetta:MDD Records

Tracklist

  1. DEVIL'S CHILD
  2. DREAMBREAKER
  3. DEATHWALKER
  4. SANCTUARY OF DEATH
  5. FOREVERMORE
  6. HEAVY METAL
  7. OLD KING'S VISIONS (PART VII)
  8. JOURNEY TO THE UNKNOWN
  9. BROTHERS
  10. THE REBEL'S LAW
  11. THE LAST FLAME

Line up

  • Carlos Escudero: vocals
  • Pedro J. Monge: guitar, backing vocals
  • Raúl Serrano: bass
  • Jandro Tukutake: drums
  • Jonkol Tera: keyboards

Voto medio utenti

I baschi Vhäldemar tornano all'assalto con il loro settimo album, intitolato "Sanctuary Of Death", dove ritroviamo il nucleo storico, quello composto dal cantante Carlos Escudero e dal chitarrista Pedro J. Monge, che hanno mantenuto dritta la barra della band nei suoi venticinque anni di attività.

L'opener "Devil's Child" sembra un outtake da "Pile of Skulls", anche se poi nel refrain il principale riferimento diventano i Gamma Ray di "Land of the Free", cui si potrebbe indirizzare anche la spedita e robusta "Dreambreaker", che i Vhäldemar provano un po' a diversificare piazzando quegli assoli in cui chitarra e tastiere si rincorrono.

Gli anni passano, ma continuo a pensare che l'ugola di Carlos Escudero si piazzi a metà strada tra Heimi Mikus (cantante dei Risk), Andri Deris e Chris Boltendahl, e in effetti la seguente "Deathwalker", traccia più articolata e strutturata delle precedenti, proprio i becchini va a scomodare, e lo fa con risultati più che discreti, lestamente replicati dalla titletrack che torna a guardare al songbook di Kai Hansen e soci.

Ai tempi del loro esordio, questa rimarchevole dipendenza dai Gamma Ray e più in generale dal Teutonic Power Metal, mi aveva portato a bacchettare (ammetto... forse eccessivamente) l'esordio "Fight to the End" (2002), ma i Vhäldemar hanno nel tempo dimostrato di essere davvero disposti a combattere sino alla fine, mantenendosi coerenti con quella che è la loro idea di fare musica e anche di provarci con una propria ben definita identità (per quanto derivativa), andando a realizzare altri sei album, dove sono cresciuti come proposta e nei risultati. Certo l'imprinting ormai è quello, che si tratti di episodi che puntano al lato emozionale, epico su "Forevermore" o malinconico nella conclusiva strumentale "The Last Flame", oppure che guardano maggiormente all'impatto, come l'esplicita dichiarazione d'intenti dal titolo "Heavy Metal" o dell'anthemiche "Journey to the Unknown" e "The Rebel's Law". Non manca comunque nemmeno qualche licenza qua e là, come la fuga neoclassica che caratterizza la battagliera "Old King's Visions (Part VII)" o le atmosfere eleganti che rimandano allo US Metal di "Brothers".

Più teutonica di alcune band forgiate nell'acciaio della Ruhr, la formazione spagnola prosegue imperterrita nella propria crociata in difesa del True Metal, e questo "Sanctuary Of Death" merita più di una chance.



Metal.it
What else?
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.