Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:48 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Nuclear Blast

Tracklist

  1. FIELDS OF SNOW
  2. THE WAY OF THE FIRE
  3. ONE WITH THE SHADOWS
  4. OMINOUS CLOUDS
  5. STORM
  6. SILVER LEAVES

Line up

  • Jari Mäenpää: Vocals, Guitars, Keyboards, Songwriting, Lyrics
  • Kai Hahto: Drums
  • Teemu Mäntysaari: Guitars
  • Jukka Koskinen: Bass

Voto medio utenti

I Wintersun, creatura del finlandese Jari Mäenpää, non sono certo una di quelle formazioni estremamente prolifiche, come invece vorrebbe la legge del mondo intero, ovvero quella del mercato. Al contrario, fortunatamente, i finlandesi centellinano le loro uscite discografiche e lo fanno a vantaggio di una elevatissima qualità messa in campo.
Certo è che con una line-up così – di cui io apprezzo particolarmente anche Kai Hahto, soprattutto per quel capolavoro ("Telocvovim" del 1997) inciso con gli Enochian Crescent, e non solo –, capitanata da un musicista talentuoso come Mäenpää, è difficile sbagliare…

Ci ritroviamo, a distanza di circa dodici anni dall'immaginifico "Time I", con il suo diretto discendente, "Time II" (Nuclear Blast), segnante il proseguimento della medesima linea di sangue. Dunque, "interrotto" il discorso intrapreso con il precedente e splendido "The Forest Seasons" (2017) – che si può affermare figurasse come una sorta di piccola cesura nella continuità stilistica dei Wintersun –, si ritorna direttamente al 2012...

Ci ritroviamo immersi nella dimensione del sogno, avvolti da quei paesaggi onirici variopinti capaci di trasportare in una superficie dell'essere che scorre su molteplici piani ontologici intersecantesi tra loro, i principali possono essere ridotti a due: uno, quello del divenire, con l'immanenza temporale del finito; l'altro, invece, quello che lo sovrasta e da cui deriva il primo, che è quello proprio dell'"Essere" concepito sotto il profilo dell'eternità, la dimensione della trascendenza, del Sacro.
Una dimensione del Sacro che ha la medesima attinenza con le origini, una chiamata da lontano che richiama al proprio vero luogo di provenienza… Le origini.

"In the fields of snow, the stars will disappear...
In the fields of snow, only silence, we will hear...
In the fields of snow, we walk, cold and alone...
But through the fields of snow, we welcome you home."


Non casuale risulta la copertina raffigurante un ciliegio in fiore nella notte, un dipinto in stile giapponese che riprende molto probabilmente la simbologia di tale albero, vista dal profilo della cultura buddhista come simbolo di caducità e rinascita, misura della perpetua e ciclica alternanza delle fasi dei cicli vitali. Simbolo comunque sia di non facile ermeneutica, in quanto ampiamente utilizzato in vari contesti del pensiero tradizionale nipponico, tra cui assunse svariati significati anche per quel che riguarda la filosofia dell'antica casta guerriera dei samurai.
In ogni caso, per quel che concerne la nostra trattazione di "Time II", gli elementi provenienti dal Sol levante sono plurimi, e non si limitano alla copertina, bensì li possiamo rinvenire in quasi tutti gli inserti melodici, a partire dalla lunga intro "Fields of Snow". Atmosfere orientali che transitano oltre che dagli strumenti "classici", da ricami acustici magistralmente bilanciati sul filo estetico del sublime, articolandosi con il complesso di policromie che è proprio del patrocinio artistico dei Wintersun; dando luogo, dunque, a partiture Melodic Death che si intersecano perfettamente con l'epicità tipica dell'Heavy/Epic/Power, dove non sono assenti pregevoli clean vocals provenienti dal profondo dell'emotività artistica di Jari Mäenpää.
Come già accennato, è un'opera dove si sovrappongono, si intrecciano e scambiano alternativamente vari piani: irruenza e immediatezza solenne, drammaticità altisonante che entra in simbiosi con soluzioni sinfoniche maestose dai tratti commoventi; sferzate al vetriolo dove sono le tormente di neve ad assalire, proprio come vuole la tradizione scandinava ("Storm"); strutture progressive dilatate, impreziosite con assoli di intangibile poeticità, intangibilità derivante dal loro elevarsi vero la Luce del Nord. Tutto ciò risulta acquietato dalla genuina vitalità delle tastiere – vive e inafferrabili nella loro eleganza –, disarticolate puntualmente da ripartenze al fulmicotone e decorate da un incredibile numero di malie sonore.
Tutto il complesso viene raccolto sotto il comune denominatore dell'equilibrio, equilibrio sul filo d'oro del sublime; percorso instabile che soltanto a pochi artisti di caratura superiore è dato il privilegio di attraversare indenni. E i Wintersun appartengono a tale casta di eletti.


"Time II" è una gemma adatta a chiunque ami la nostra musica nella sua interezza. Non si può disquisire su di esso in merito ai termini di Metal estremo o classico… bensì esclusivamente di arte pura e incontaminata. Un'arte che tenta di rinsaldare, per usare un'immagine tipica della tradizione, "le due parti di una spada spezzata". Quella spada che congiunge il basso, la terra, la caducità soggetta al dominio della contingenza, e l'alto, il cielo, il principio sovraordinato, l'eterno; che altro non è che il nucleo ultimo della trascendenza.



Recensione a cura di DiX88

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