Marrow of Man è una one man Black Metal band olandese che in origine portava il nome di
Forlon Hope, e che nel 2024 adotta il moniker attuale. Invece, il musicista che ne tiene le redini si chiama
Sahand Mozdbar, e non so dirvi molto altro su questo personaggio.
Sempre nel 2024,
Marrow of Man rilascia, in maniera indipendente, due EP e il suo primo full-length in assoluto:
"Ancient Hymns of Apocalypse".
"Ancient Hymns of Apocalypse" si colloca nell'alveo ormai abbondantemente abusato del Black / Death svedese dai tratti melodici, sdoganato dai
Dissection nella prima metà dei '90, e che frequentemente, purtroppo, si risolve in un semplice copia e incolla o in imitazioni di scarso rilievo della musica di
Jon Nödtveidt, oltreché degli altri gruppi che ne hanno tracciato le coordinate nei medesimi anni.
Tuttavia, l'olandese riesce a infondere su questa matrice stilistica la propria identità, riproponendo in maniera convincente tale vena.
Il progetto
Marrow of Man, a mio avviso, risulta principalmente accostabile ai
Sacramentum, agli
Unanimated per alcune raffinatezze melodiche, e
Lord Belial per talune sfuriate Thrash / Death particolarmente dure e affilate.
Si tratta di un LP estremamente ben bilanciato tra parti veloci e aggressive, melodie e tempi medi incalzanti con l'aggiunta di rallentamenti marcati e sempre molto armoniosi. Tendenzialmente, scanso equivoci, qui si spazia su ritmiche perlopiù serrate, e ciò che maggiormente colpisce e distingue la musica di
Sahand Mozdbar dalla moltitudine, è la risolutezza compositiva – che tutto lascerebbe pensare fuorché a una band a inizio carriera –, e la capacità di costruire strutture dinamiche, raffinate e al contempo con la giusta dose di orecchiabilità, senza altresì scadere nel banale. Le classiche partiture Death Metal sono quasi sempre ben amalgamate con il Thrash, dove numerosi sono i varchi melodici che rendono il full-length intrigante e sinuoso, trovando respiro qua e là perfino qualche dinamica vicina all'Heavy; in cui poi è comunque la saturazione gelida tipica della fiamma nera tradizionale, e la sua ossessività declinata con tratti ipnotici, a colmare le lacune e a riordinare gerarchicamente gli elementi di cui abbiamo disquisito poco sopra.
Molti brani contengono quel quid in più in grado di innalzarli al di là della media, e di far scoccare la scintilla anche nei cuori neri più smaliziati (purché aperti a una proposta non integralmente ortodossa).
Di frequente
Mozdbar riesce a far centro con strutture semplici, si prenda per esempio il mid-tempo gagliardo e ammaliante di
"Upon Mighty Planes of Ash", ricco di dissonanze sinistre armonizzate sotto il segno del ghiaccio.
E anche quando si slancia verso lidi più scontati, come nei cori tipicamente ascrivibili al Melodic Death Metal svedese di
"Beyond the Frozen Meadows", questi riescono a risultare tutto sommato discreti e a non scadere in costrutti stucchevoli, "avvicinandosi" invece a soluzioni sulla scia degli ormai dimenticati
Abyssos.
"Ancient Hymns of Apocalypse" non rappresenta né un capolavoro né tantomeno un'opera innovativa; nonostante ciò risulta egualmente un prodotto di altissimo livello, soprattutto tenendo presente che si tratta di un debut...
Attendiamo i
Marrow of Man al varco della seconda prova, il potenziale per grandi posteri c'è tutto.
Recensione a cura di
DiX88
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