Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:43 min.
Etichetta:Gates Of Hell Records

Tracklist

  1. ETERNAL HAMMERER
  2. VANGUARD OF THE EMPEROR
  3. FOR THE GREATER GOOD OF EVIL
  4. TOLLS OF PERDITION
  5. BLASPHEMERS
  6. FORGOTTEN GODS
  7. PHAëTHON MUST FALL
  8. WIELDER OF THE STEEL

Line up

  • Aees: bass
  • Decado: guitars, vocals, keyboards
  • Vrath: vocals, guitars
  • Oskarath. drums

Voto medio utenti

I Phaëthon sono una band inglese nata nel 2020, che ora a quattro anni di distanza dalla loro creazione arrivano al debut album 'Wielder Of The Steel'. Titolto altisonante quello scelto, e capace di attirare sin da subito l'attenzione di coloro che vivono per il metal classico nella sua forma più pura, grazie anche ad un artwork di copertina davvero azzeccato, sognante e che sembra il preludio ad una pacifica alba dopo una cruenta battaglia, o alla discesa sul campo degli deì proprio per cominciarne una. Direi che dipende dai punti di vista, ma comunque colpisce l'attenzione.

Immagine

[Band photo provided by Gates Of Hell Records for free promotional use | Copyright @Brian Sayle]

Il quartetto tributa in maniera abbastanza preponderante gruppi come Manowar, nella fattispecie di 'Sign Of The Hammer', ma anche i Bathory del periodo 1987 - 1990, oltre ad altre come Cirith Ungol. Capirete da ciò che se siete amanti dell'epic/heavy/doom troverete qui pane per i vostri denti, avvicinandosi fortemente alla proposta di altre band più moderne come Atlantean Kodex e Visigoth quando si decide di premere senza ritegno sull'acceleratore come sull'iniziale 'Eternal Hammerer' o 'For For the Greater Good of Evil', terremotanti nel loro incedere, e che mostrano come il disco non abbia grandi problemi di suoni, non eccessivamente pulito da apparire asettico, ma neanche troppo da cantina. Salta subito all'orecchio il curioso timbro vocale di Vrath (Craven Idol, Scythian), anche chitarrista, che passa senza troppi problemi a tonalità più alte, molto piene di pathos, come su 'Tolls Of Perdition', ma anche a parti più aggressive, risultando quindi estremamente versatile e capace di dare a ogni canzone una particolare sfumatura. Volendo trovare dei difetti, non c'è moltissima originalità nei riff più veloci, vedasi 'Blasphemers' che, per quanto buona, sembra di aver già sentito durante tutto l'ascolto dell'album. Molto spesso i Phaëthon fermano e rallentano il tutto inserendo parti parlate, vedasi 'Vanguard of the Emperor' che però non fanno perdere quanto ciò di buono seminato prima. Si conclude con la stupenda Titletrack, introdotta da un arpeggio delicato, per poi evolversi in un'altra cavalcata che mi ha ricordato un po' gli Omen, interrotta qua e là da degli ottimi assoli di Decado e Vrath.

'Wielder Of The Steel' è un prodotto assolutamente gradevole e di alta qualità, che mi sento di consigliarvi di non farvi scappare, ma al contempo bisogna essere onesti e ammettere che vi siano, per quanto piccoli, dei difetti che non gli fanno raggiungere un voto più alto. Trattasi comunque di un album che fra le tante e tante release del periodo, metterei in cima ad un ipotetica lista, e soprattutto di un debutto. Se questi sono i risultati ora, chissà cosa riserverà il futuro...

Recensione a cura di Francesco Metelli

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