Il debut della band svedese dei
Crave è un disco pieno di luci ed ombre.
Le radici musicali sono nei 70s e negli 80s, e, pur cercando di proporre un metal moderno, i Nostri c'entrano il segno dal punto di vista esecutivo con riff aggressivi e melodici allo stesso tempo ed un songwriting eterogeneo ma efficace. Dal punto di vista esecutivo non ci sono virtuosismi e la band suona diretta e senza fronzoli, passando da brani più spiccatamente hard rock come la titletrack o "
Chain Reaction" a pezzi più metal con accenni quasi doom come "
[Baby" o "
Fallen Angels", mentre trascurabili sono le simil-ballad che non lasciano il segno ("
The Spirit Of Maze") risultando alquanto stucchevoli.
Al gruppo svedese, formato dal chitarrista Tron Sturle Aune e dal bassista Nils Morten Bietnes entrambi bandmate nei Cameltoe, però a conti fatta mancano tre cose fondamentali per emergere dalla massa:
- la produzione, che è appena sufficiente, gli strumenti suonano come su un demo ( ma passiamo oltre, dopotutto si tratta di un debut )
- una direzione precisa nel songwriting che distingua il suono del gruppo
- un cantante decente, le vocals sono fastidiose, fangose, a fatica si capiscono le liriche e manca di mordente sembra un mix fra Bruce Dickinson e un Ozzy Osbourne col mal di pancia
Ciò detto mi auguro che nel futuro il gruppo affini le sue armi poichè, pur suonando tradizionali, sanno scrivere discreti anthem ("
Hole In The Wall", "
Watchdog").
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