Dopo quattro album rilasciati per Sinister Flames, i finlandesi
Aethyrick si accasano presso la elitaria
Norma Evangelium Diaboli e rilasciano
"Death Is Absent", quinto album di una carriera che, almeno fino a ieri, ritenevo "perfetta".
E si, perchè il nuovo lavoro, lo dico senza troppi giri di parole, mi ha deluso.
Non che ci si trovi di fronte a qualcosa di inascoltabile o da gettare nel cestino, ma al cospetto del talento del gruppo, e considerando anche la qualità delle uscite della loro nuova etichetta, questo album lascia l'amaro in bocca dal momento che, a mio avviso, ogni traccia di magia che, sempre, avevo riscontrato nel black metal atmosferico, e molto personale, del duo, qui scompare completamente lasciando il posto ad un suono "scontato", privo di spunti geniali e, tutto sommato, trascurabile.
Gli
Aethyrick, quasi irriconoscibili, sembrano la copia dei Thy Serpent (chi se li ricorda?) che duettano con i Dimmu Borgir più pomposi, all'interno di un suono in cui dominano le tastiere, che creano atmosfera magniloquenti, e la voce sgraziata del cantante, poco in linea con il resto, mentre le chitarre, che di tanto in tanto dipingono traiettorie di indubbio gusto, troppo spesso indugiano su pattern già sentiti e poco convincenti.
Insomma,
"Death Is Absent", ben prodotto e ben suonato, non riesce a ripetere i fasti del recente passato e rappresenta una battuta di arresto per un gruppo che, spero, sia solo incorso in un incidente di percorso e che, dunque, sappia ancora regalarci in futuro quella poesia in musica che ha dimostrato di saper creare.
In caso contrario, mi terrò i primi quattro album...
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