A questi svizzerotti di belle speranze è venuta la bella idea di copiare il sound dei primi Maiden ( quelli era Paul Di'Anno per intenderci ) sperando, aggiungo io, che ciò bastasse a farli notare.
In realtà detta così l'operazione sembrerebbe un banale deja-vu, invece le canzoni che compongono questo debut degli
Amethyst hanno un loro perchè, sempre che non andiate a cercare l'originalità.
I brani sono ben suonati, i riff non sono mai banali, le twin-guitars abbondano e il basso è bello pompato e va all'unisono con le linee di chitarra; non male neanche i solos che sono semplici ma ben suonati e pure la produzione riesce a mettere in evidenza ogni strumento. Eppure c'è qualcosa che impedisce al lavoro di decollare o perlomeno di farlo emergere dal calderone di "cloni" dei Maiden che popola la nostra musica, in realtà ascoltando i pezzi non è difficile capire quale sia questo motivo. Si tratta, a mio parere, delle linee vocali e della voce stessa del singer - tale Freddy - che davvero risulta troppo piatto e privo di pathos interpretativo.
Peccato, perchè brani quali "
Won't Do It Again",
"Rock Knights" o "
Running Out Of Time" (che ricorda i Thin Lizzy) "
Queen Of A Thousand Burning Heats", seppur derivativi, sono molto metal.
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