Rieccoli gli olandesi; dopo aver recensito il precedente ed ultimo lavoro per
Metal Blade datato 2020 ritornano con questa opera nuova di zecca sotto le insegne dell’agguerrita
RPM.
Il disco è ispirato al testo che tratta la storia di
Giuda Iscariota non come la conosciamo secondo i dettami del Nuovo Testamento della religione cristiana ma secondo una versione che attesta che questo personaggio non fosse un cospiratore che portò Cristo sulla croce ma una vittima di questo disegno divino.
Il death metal del quartetto è maligno, feroce ma non privo di melodia ed atmosfere più ragionate.
Questo non vuol dire che la formazione abbia scelto un percorso facile, basta ascoltare la rasoiata “
Rat kingdom” dall’apertura in blast beat con il growl di
Henri Sattler molto comprensibile eppure ricco di ferocia.
“
Asmodeus” possiede un pathos epico che esplode nel chorus dopo un aggressione senza fronzoli, invece la successiva “
Kashmir princess” evoca toni sofferti, drammatici in questo mid tempo serrato.
“
The eye of providence” parte lenta ed epica con chitarre armonizzate; cadenze lente gestite da una doppia cassa serrata ma con inserti in blast beat che sono un bijoux con assoli melodici perfetti.
Con la marcissima “
War machine” che conclude questo lavoro si ritorna a riff arcigni che si dividono tra parti in sfuriata e accelerazioni con un chorus quasi cantabile; all’interno c’è un rallentamento che puzza di zolfo lontano un miglio atmosferico il giusto.
Ritorno col botto per questi scafati arancioni, menzione d’onore per la produzione pulita ma naturale a cura di
Sattler stesso e il nuovo entrato
Frank Schilperoort dietro le pelli se la cava egregiamente, fatelo vostro.
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